Porta a porta o sistema "misto": mentre infuria il dibattito dilagano le discariche abusive
Si torna a scontrarsi sulla forma migliore di raccolta, ma a mancare sono soprattutto i controlli per stanare chi continua a non differenziare
E' bastato citarlo per creare una pioggia di polemiche: il sistema di raccolta dei rifiuti "misto", infatti, sembra scaldare gli animi della politica ancora dopo anni.
E' stato per certi versi uno dei "cavalli di battaglia" della campagna elettore di Franco Micciché, che, appunto, prometteva una rimodulazione del servizio, eliminando il porta a porta soprattutto in alcune zone della città. Una promessa che ricevette una valanga di attacchi da parte dell'allora sindaco Lillo Firetto (e non solo) e che dopo il voto si scontrò, come sempre avviene, con le difficoltà oggettive di contratti firmati e problemi di gestione effettivi, tanto che il tema è scomparso dal dibattito cittadino fino a pochi giorni fa, quando l'assessore al ramo Aurelio Trupia in un'intervista ha appunto lasciato intravedere l'opportunità di una rimodulazione del sistema.
Un'accenno cui è seguita una repentina precisazione: "Questa amministrazione non nintende abbandonare il sistema della raccolta differenziata dei rifiuti 'porta a porta', ma intendiamo migliorare l'attuale sistema per venire incontro sia alle esigenze dei cittadini sia per una razionalizzazione del servizio".
La proposta, al momento ipotetica, è di affiancare al sistema di raccolta a domicilio anche dei "cassonetti intelligenti" con accesso controllato per ridurre i costi e utilizzare il personale delle aziende anche per altri servizi "come spazzamento e scerbamento che nella nostra città - continuava Trupia - risentono di notevoli carenze per via di un contratto da noi ereditato, che è certamente migliorabile con ulteriore aggravio della tariffa, cosa che ha già fatto la precedente amministrazione nel febbraio del 2020. Noi lo miglioreremo alla scadenza naturale. Prima non è possibile".
Una linea che aveva già provocato la reazione dell'ex sindaco Firetto e che oggi raccoglie gli strali anche di Legambiente Agrigento, fin da subito sostenitrice del "porta a porta" anche perchè questo sistema è stato strutturato e voluto in città - va ricordato - dall'ex presidente regionale Domenico Fontana.
"Per quanto ci riguarda - dicono in una nota dal circolo 'Rabat' - nutriamo forti dubbi che questo sistema rappresenti un avanzamento ed una innovazione positiva, poiché è ampiamente dimostrato dai fatti che la raccolta stradale peggiora la qualità del rifiuto differenziato da portare agli impianti di trattamento e conseguentemente aumenta i costi. Questo perché la quantità di utenti che 'volontariamente' e correttamente conferirà dentro cassonetti non sarà uguale a quella che negli ultimi quattro anni e mezzo si è adeguata operando la differenziazione dei propri rifiuti a casa. Il porta a porta garantisce il controllo puntuale di ciò che viene conferito e consente di correggere comportamenti scorretti. Quando si riuniscono le utenze in più cassonetti stradali, o per grandi gruppi di condomini, questa capacità di controllo si riduce enormemente perché diventa più difficile individuare chi sbaglia. Inoltre il porta-a-porta consente di porre in essere la tariffazione puntuale premiando le utenze che differenziano i rifiuti correttamente rispetto a chi non lo fa, ottenendo per conseguenza una migliore qualità del rifiuto da conferire agli impianti di trattamento e un maggior introito per le casse comunali".
Un obiettivo, quest'ultimo, ancora lontano, così come difficile da realizzarsi in modo davvero puntuale appare l'attività di controllo e repressione nei confronti di chi abbandona i rifiuti per strada o non fa bene la differenziata. Problemi comuni a tutti i centri dove si sta cercando di venir fuori dal sistema di raccolta stradale indifferenziato, va detto, ma che prima o poi andranno affrontati di petto, se si vuole uscire dalla dittatura dei pochi (e nemmeno così pochi) che ancora si ostinano a non riciclare.
Alcuni controlli, nei giorni scorsi, sono stati effettuati in centro città. Vedremo se, e quando, ci si occuperà anche delle periferie.