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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Ribera

Raccolta delle arance, smantellata una rete di lavoratori in nero: un arresto e una denuncia

I carabinieri hanno sorpreso dei marocchini, con precedenti di polizia ed irregolari sul territorio nazionale, mentre erano al lavoro

Smantellata una "rete" di lavoratori in nero. Un riberese, incensurato, è stato denunciato alla Procura di Sciacca per impiego irregolare di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno. 

Cambia la stagione, cambiano i frutti raccolti, ma l’attenzione dei carabinieri resta sempre alta contro i fenomeni di sfruttamento del lavoro. In questo caso i militari della tenenza di Ribera, al termine di una scrupolosa attività di indagine e di accertamenti svolti nei giorni passati, hanno smantellato una rete di lavoratori in nero.

IL VIDEO. Lavoro in nero nelle campagne di Ribera: le immagini dell'operazione

Tutto è cominciato all’alba di martedì, quando tre “gazzelle” dell’Arma, in supporto a decine di carabinieri sotto copertura, hanno seguito un gruppo di braccianti, la maggior parte extracomunitari, che dal centro di Ribera stavano andando in campagna in cerca di un lavoro giornaliero per la raccolta di arance.

I lavoratori svolgono questa attività per pochi euro, 10 ore al giorno, senza che vengano rispettate le più basilari norme di sicurezza e lucrando sullo stato di bisogno di queste persone. I militari sono dunque intervenuti in un appezzamento di terreno di contrada Castello e hanno sorpreso tre cittadini marocchini, tutti e tre con precedenti di polizia ed irregolari sul territorio nazionale, mentre stavano raccogliendo arance. Inutili i tentativi da parte dei tre di scappare: i militari infatti, presidiando i vari accessi all'appezzamento di terreno, sono riusciti a fermarli ed accompagnarli in tenenza per i dovuti accertamenti.

In caserma, la sorpresa finale: è emerso che uno dei tre aveva pendente un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica di Bergamo, per detenzione illecita di stupefacente ai fini di spaccio. Per lui si sono aperte, come disposto dall’autorità giudiziaria, le porte del carcere di Sciacca.

I carabinieri, con ulteriori accertamenti, hanno infine identificato il proprietario del fondo agricolo in cui stavano lavorando i tre marocchini, un riberese incensurato, per cui è scattata invece la denuncia per impiego irregolare di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno.

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