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L'inchiesta / Racalmuto

L'inchiesta sull'incendio di auto fra Racalmuto e Grotte: l'indagato è un commerciante

Nessuna banda è entrata in azione, il trentacinquenne avrebbe agito - secondo le indagini dei carabinieri - senza alcun motivo specifico, “semplicemente” perché era – forse – su di giri

Il cerchio è chiuso. Sarebbe stato un commerciante trentacinquenne del “paese della ragione” ad incendiare, la notte dello scorso 13 aprile, fra Racalmuto e Grotte, sei autovetture posteggiate lungo la pubblica via. E lo avrebbe fatto senza alcun motivo specifico, “semplicemente” perché era – forse – su di giri. Nessuna banda è, dunque, entrata in azione. Né vi sarebbe stato un motivo – per quanto si tratti sempre di gesti scellerati e controsenso – per mettere a segno, fra le due realtà territoriali, il maxi danneggiamento. Racalmuto e Grotte, stando a quanto è emerso dall’inchiesta dei carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Canicattì, non hanno motivo – ed in maniera assoluta – di essere in allarme sociale. Ieri, i militari dell’Arma hanno notificato un avviso di garanzia al commerciante trentacinquenne racalmutese: colui che è stato ritenuto responsabile, dall’attività investigativa, del falò di auto: 4 a Racalmuto e 2 a Grotte nell’arco di pochissimo tempo. Sempre ieri, appunto, almeno una quindicina di carabinieri, oltre a notificare l’avviso di garanzia, hanno proceduto – recandosi nell’abitazione dell’indagato – al sequestro di quanto ritenuto fondamentale ai fini investigativi: pc e telefonini.

Già durante il sopralluogo effettuato nella notte dello scorso 13 aprile, i carabinieri delle stazioni di Racalmuto e Grotte, supportati da quelli dell’aliquota del nucleo operativo e Radiomobile della compagnia di Canicattì hanno raccolto alcune tracce lasciate dall’autore. E ieri mattina, appunto, con la perquisizione dell’abitazione e i sequestri – disposti dalla Procura della Repubblica di Agrigento – effettuati sono stati acquisiti ulteriori, determinati, elementi investigativi.

I carabinieri sono riusciti non soltanto, e anche rapidamente, a fare chiarezza. Ma hanno chiuso il cerchio, stabilendo chi, effettivamente, quella notte – che tanto scompiglio e apprensione ha creato sia a Racalmuto che a Grotte – ha agito. Il commerciante trentacinquenne non ha agito per nessun motivo particolare. Non sarebbe – secondo quanto è emerso dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza e dalle testimonianze acquisite dai militari dell’Arma – risultato neanche particolarmente lucido. E’ stata “semplicemente” e “banalmente” una notte di follia. Nulla di più. Un’inchiesta, quella sviluppata sapientemente dai carabinieri, che, di fatto, adesso, riporta la tranquillità tanto a Racalmuto quanto a Grotte che hanno subito un maxi danneggiamento che aveva, veramente, creato un grande allarme sociale. Nessuna motivazione, nessuna dietrologia su quello che è avvenuto fra piazza Barona, via Spina e corso Garibaldi a Racalmuto e via Madonna delle Grazie a Grotte. Per fortuna, è il caso di dirlo, è stata l’azione senza senso di un giovane non lucido.

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