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Cronaca Racalmuto

"Diffamazione", Cutaia su Petrotto: "Nessuna assoluzione piena"

"La Corte ha pronunciato assoluzione per due soli dei numerosi episodi diffamatori, mentre ha dichiarato la prescrizione per tutti quanti i gravi fatti commessi"

"Nessuna assoluzione piena, dalla terza sezione penale della Corte d'appello di Palermo, per il reato di diffamazione aggravata commesso ai danni del sottoscritto". Lo scrive e chiarisce l'ingegnere Angelo Cutaia in merito alla nota stampa divulgata, nei giorni scorsi, dall'ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto. 

"La Corte ha pronunciato assoluzione per due soli dei numerosi episodi diffamatori (risalenti al giugno, luglio, dicembre 2009, febbraio, settembre e ottobre 2010 ) - ricostruisce Cutaia - mentre ha dichiarato la prescrizione, ovvero non doversi procedere per il lungo tempo trascorso dalla commissione dei fatti che hanno leso la mia onorabilità, per tutti quanti i gravi fatti commessi da Petrotto, a mio danno, mentre era sindaco in carica di Racalmuto. Solo le lungaggini processuali hanno consentito a Petrotto - spiega Cutaia - di non essere condannato per le diffamazioni contro di me sino al febbraio 2010. Va ribadito come la Corte di appello ha confermato la sentenza del tribunale di Agrigento, anche per ciò che concerne il risarcimento del danno subito dal sottoscritto, costituitosi in giudizio parte civile con il patrocinio dell’avvocato Giuseppe Bongiorno, cui conferirò mandato anche per il recupero delle spese di risarcimento che Petrotto dovrà pagare per le due condanne subite. La condotta penale non è più sanzionabile, ma in sede civile - prosegue la nota stampa dell'ingegnere Angelo Cutaia - chiederò la condanna del Petrotto a risarcire i danni arrecatimi. Inoltre, Petrotto è stato condannato a rifondere le spese legali. Avete mai visto uno che viene assolto e contemporaneamente condannato alla spese legali della controparte?".

"Petrotto, dando comunicazione della pretesa totale assoluzione, in verità, ripeto relativa solo a due fatti diffamatori e non per tutti gli altri, ha, di fatto, reiterato le diffamazioni, facendo credere che la Corte di appello si fosse pronunciata nel senso di assolverlo ed insinuando che i fatti fossero veri - scrive Cutaia - . Invece proprio per quei fatti che lui cita è intervenuta la prescrizione, non certo perché i fatti non sussistono. Proprio il tempo che lui considera patimento è stato il suo unico alleato che gli ha consentito di scampare una condanna sicura, comprovata dalla produzione documentale a mia cura, da cui è emerso non solo il contenuto diffamatorio dei suoi scritti, ma anche - conclude l'ingegnere Angelo Cutaia - e sopratutto la falsità della accuse al mio indirizzo. Petrotto tenta con queste tendenziose esternazioni di recuperare una credibilità politica". 

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