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Tribunale / Racalmuto

"Pezzu di m... ti sparu in testa": aggrediscono poliziotti al posto di blocco e cercano di derubarli, condannati

Due agenti della stradale sarebbero stati insultati e minacciati dopo avere riscontrato che il tasso alcolico di uno dei due, al volante di un'auto, sfiorava il triplo del limite massimo

"Vidi ca ti sparu in testa, a tia ti sparu in testa... semu cincu frati vidi". Fermati a un posto di blocco, dopo che uno dei due, al volante di un'auto, aveva un tasso etilico che sfiorava il triplo del limite consentito, aggrediscono due poliziotti della stradale.

A distanza di un anno e mezzo dall'episodio entrambi i protagonisti della vicenda sono comparsi in aula per il processo e sono stati condannati. Le due sentenze sono state emesse dal giudice monocratico Michele Dubini. Sotto accusa Dante Macaluso, 43 anni, e Calogero Manta, 37 anni, entrambi di di Racalmuto.

L'accusa a carico di entrambi era di resistenza a pubblico ufficiale, il solo Macaluso rispondeva pure di guida in stato di ebbrezza alcolica. Il 9 ottobre del 2021 i poliziotti della stradale fermarono, nei pressi di Canicattì, un'Alfa Romeo guidata da Macaluso a bordo del quale c'era pure l'amico. Il conducente, dopo l'alcol test, risultò avere un tasso che sfiorava il triplo del limite massimo fissato in 0,50. 

I due agenti, quindi, stavano procedendo con la sanzione amministrativa e il verbale di denuncia penale quando Macaluso li avrebbe minacciati di morte aggiungendo: "Chi talii - avrebbe detto rivolgendosi a uno dei due poliziotti -, levati sta min... di divisa... a mia un m'ha taliari".

E poi, ancora, avrebbe cercato di rubare il pc portatile e il tablet in dotazione alla pattuglia rimettendosi alla guida dell'auto. Infine Manta si sarebbe avvicinato con fare minaccioso a entrambi i poliziotti aggiungendo: "Sei un pezzo di m... ti vegnu a pigliari fino a intra...".

Dopo che la procura ha disposto la loro citazione a giudizio, Dante - attraverso il suo difensore Gaetano Mattina - ha patteggiato 8 mesi di reclusione. Manta, assistito dal suo legale Gianfranco Pilato, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato ed è stato condannato a 6 mesi di reclusione. Il pubblico ministero Salvatore Caradonna chiedeva una pena di 10 mesi.

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