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Giovedì, 28 Marzo 2024
Piccoli e letali

Api, ragni, zecche e zanzare: come riconoscere i pericoli e cosa fare in caso di morso

Con l’arrivo dell’estate tornano anche i rischi legati a insetti e aracnidi. Quali sono i più pericolosi? Come riconoscerli? Come difendersi? La parola all'esperto

C'è chi vive nella natura e chi si nasconde nelle nostre case, alcuni reagiscono soltanto per difesa, altri ci "cacciano" come prede per un pasto succoso, hanno in comune le dimensioni ridotte, che però possono essere inversamente proporzionali alla loro pericolosità. Parliamo di insetti, aracnidi e tutte quelle minuscole creature che, soprattutto durante il periodo estivo, incrementano i contatti, spesso poco piacevoli, con gli esseri umani, dando luogo a conseguenze, in alcuni casi tragiche. Dalla donna morta a Vigevano per uno shock anafilattico provocato da una puntura di vespa, all’anziana deceduta in Sardegna dopo il morso di una zecca, passando per l’ormai celebre ragno violino, sono diversi i pericoli che si nascondono anche sul territorio italiano. Ma quali sono gli insetti e i ragni più pericolosi? Come si possono riconoscere? Cosa fare in caso di morso? Interrogativi che abbiamo rivolto a Nicola Bressi, zoologo e ricercatore scientifico del Museo di Storia Naturale di Trieste.

In Italia esistono decine di migliaia di specie diverse di insetti, ma soltanto una piccolissima percentuale può essere considerata potenzialmente pericolosa per l’uomo: "Partiamo da una premessa - ha spiegato l’esperto a Today - in Italia abbiamo pochissimi insetti o piccoli animali pericolosi per l’uomo. Basta pensare ai ragni: sul nostro territorio esistono più di 1.700 specie, ma soltanto due, il ragno violino e la vedova nera europea, possono essere considerati un pericolo per gli esseri umani". Prima di entrare nello specifico, esiste una prassi comune da adottare se si viene morsi: "Qualsiasi morso di qualsiasi animale deve essere disinfettato bene. Molti morsi di insetti, ragni o animali comuni hanno conseguenze negative non per il veleno ma perché la parte interessate è stata disinfettata male. Anche gli animali selvatici hanno una flora batterica nella bocca molto importante, per cui anche il morso all’apparenza più innocuo può poi generare un’infezione".

Api e vespe: il rischio shock anafilattico

Le api, come impollinatori, e le vespe, come difensori da specie nocive, sono insetti importantissimi in natura, che non hanno alcun interesse ad attaccare l’uomo, se non come forma di difesa, come sottolineato da Bressi: "Fosse per loro non ci cercherebbero proprio. Gli unici casi in cui diventano ostili sono quelli in cui è in gioco la loro vita o quella della prole". Nonostante questo restano tra gli animali che ogni anno fanno più morti in Italia: "Si tratta comunque di casi sporadici - ha ricordato lo scienziato - circa una decina l’anno, e non sono causati da una forma di veleno ma dallo shock anafilattico. Le persone allergiche che vengono punte sviluppano una reazione allergica che difficilmente lascia scampo. Il problema è che non esiste un coefficiente di pericolosità, perché si può essere allergici e non saperlo".

Ma come si scopre di essere allergici? "Basta fare un test - ha spiegato Bressi - Qualcuno nasce con questa allergia, ma la maggior parte di noi la sviluppa con il tempo: può capitare come reazione immunitaria, una prima puntura senza reazioni evidenti sensibilizza e sconvolge il sistema immunitario, che a quella successiva reagisce con uno shock anafilattico. Si può sapere di essere allergici, ma non si può neanche escludere". 

"Il primo consiglio per escludere spiacevoli inconvenienti è quello di evitare l’interazione con questi insetti, rispettarli e tenere presente che attaccano soltanto per difendere. In caso di puntura è importante recarsi vicino ad un telefono o ad una persona che possa dare soccorso, soprattutto se si nota che il gonfiore inizia ad aumentare. Un viaggio, anche a vuoto, in ospedale non è mai un errore in questi casi, e al massimo si conclude con un caffè. Chi sa di essere allergico invece potrebbe essere in possesso di una puntura di adrenalina, da utilizzare in casi estremi. Si tratta comunque di un farmaco che va conservato ad una certa temperatura e con una scadenza, motivo per cui non è semplice averlo sempre a portata di mano. Considerato il numero di persone che ogni anno viene punto, le probabilità di conseguenze letali sono comunque molto basse".

Zanzare, il nemico n°1 dell’estate

Se api e vespe possono essere considerate le più temute, il primato per le più odiate va senza dubbio alle zanzare. Insetti fastidiosi sì, ma anche pericolosi, come spiegato da Nicola Bressi a Today: "La zanzara è l’animale al mondo che provoca più decessi per le malattie che trasmette. In Italia i casi sono pochissimi e tutti d’importazione, abbiamo avuto qualche caso di decesso, ma il rischio è che in futuro possano aumentare a causa dell’inquinamento climatico. Le temperature più alte permettono alle specie esotiche di venire in Italia, con il caldo che aiuta anche il ciclo stesso delle malattie".

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(Un esemplare di zanzara tigre - Foto Ansa)

Le zanzare possono essere vettore di malattie molto fastidiose, dalla dengue alla chikungunya, passando per la febbre del Nilo, malattie che dalle nostre parti sono presenti con focolai limitati, che vanno comunque tenuti sotto controllo. La cosa che differenzia le zanzare e le api, è la motivazione che le spinge ad attaccarci: "Le prime, come tafani, zecche e pappataci, sono tra quelle che ci cacciano perché siamo loro prede, perché cercano di mangiarci, ovviamente a piccolissime dosi. Altri animali potenzialmente pericolosi, come i ragni, le vipere o appunto api e vespe, lo fanno soltanto come reazione ad una forma di pericolo. Non esistono specie di zanzare più o meno pericolose, perché ogni zanzara può portare delle malattie. Tutto dipende dalla reazione del sistema immunitario che, come abbiamo avuto modo di vedere con il Covid, cambia da persona a persona".

Tra chi non viene punto spesso e chi invece è sempre sul "menù" delle zanzare, esistono anche dei criteri secondo cui questi insetti scelgono le loro prede. "In primo luogo - ha spiegato Bressi - le zanzare ci localizzano per il calore e per il colore. Non a caso nei Paesi tropicali vengono utilizzati spesso abiti bianchi, anche per non attirare le zanzare. Poi ovviamente c’è l nostro odore, dato dal sudore, ma non conta tanto quanto si suda ma cosa: alcuni studi hanno dimostrato che la presenza di alcol è una componente in grado di attirare le zanzare. Inoltre, mentre le zanzare notturne ci pungono mentre dormiamo, per quelle diurne è importante anche il movimento. In conclusione: è più facile che venga punta una cosa scura che si muove rispetto ad una chiara e immobile".

Il ragno violino e la vedova nera europea

Come anticipato ad inizio articolo, tra le migliaia di specie di ragno presenti in Italia, soltanto due possono essere considerate potenzialmente pericolose, la vedova nera europea e il ragno violino: "La prima si trova soprattutto in Sardegna e nelle regioni costiere, ma non ovviamente nelle vicinanze del mare: si annida tra le rocce, in zone complicate da raggiungere, motivo per cui è difficile essere morsi. Il ragno violino invece è presente in tutta Italia, tranne che sopra i mille metri di altezza, ed è comune sia nelle case che fuori". I morsi di entrambi sono velenosi, ma c’è un particolare, spiegato da Bressi, che rende il ragno violino così temuto: "Oltre al veleno, questo ragno ha nella bocca tanti batteri che usa come arma contro le sue prede. Se il morso non viene disinfettato subito questi batteri possono dare luogo a cancrena e setticemia. Il problema è che il morso del ragno violino è indolore, per cui c’è il rischio di accorgersi tardi del ponfo, quando l’infezione è già in atto".

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(L'immagine di un ragno violino pubblicata dal sito dell'ospedale Niguarda di Milano)

Per fortuna, come ricordato dall’esperto, c’è un modo per capire se di fronte abbiamo un ragno violino: "Questa specie ha una particolarità: non fa ragnatele. Quindi se in casa o in giardino vedete un ragno con la sua ragnatela, ricordate che innocuo e anzi, si occupa di "cacciare" altri insetti fastidiosi, come appunto le zanzare. Il ragno violino fa ragnatele minuscole e si nasconde nelle fessure e nei tubi, in luoghi difficilmente accessibili’’. In caso di morso di ragno, che sia violino o non, è sempre consigliabile disinfettare con attenzione la parte interessata: "Anche le punture più innocue - ha ricordato Bressi- possono dare luogo a brutte infezioni".

Attenzione alle zecche (e ai rimedi casalinghi)

Le zecche sono "imparentate" con i ragni, ma hanno in comune con le zanzare la preda preferita: l’uomo. Eppure, se non fosse per le malattie che porta, il morso della zecca potrebbe essere pressoché innocuo, come spiegato a Today da Nicola Bressi: "Il problema è cosa mette dentro il nostro corpo, ossia una serie di malattie, diverse da quelle delle zanzare, come l’encefalite o la borrelliosi (malattia di Lyme). Per la prima c’è un vaccino, che io ho fatto a causa del lavoro che svolgo, mentre per la seconda non esiste".

Ma cosa bisogna fare se si viene morsi da una zecca? "Consiglio sempre di non usare antibiotici per nulla, ma monitorare prima la situazione. Poi vanno chiarite tutte le varie leggende metropolitane e i ‘’rimedi della nonna’’ che si trovano in Rete. C’è chi suggerisce di utilizzare l’olio o altri intrugli per far staccare le zecca volontariamente, per evitare che il cosiddetto rostro rimanga sotto la pelle. Nulla di più pericoloso - ha sottolineato l’esperto - quando la zecca si stacca da sola, effettua un movimento simile al rinculo di un fucile e rigurgita una sostanza che trasporta le malattie. La zecca va staccata il prima possibile e con un colpo secco: se il rostro si stacca non è un problema grave, può essere rimosso e in seguito va disinfettata la parte".

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(L'immagine di una zecca vincitrice nel 2014 del Wellcome Image Awards- Foto Ansa)

"Un altro particolare da notare - ha aggiunto Bressi - riguarda il ponfo che si forma nella zona in cui è avvenuto il morso: uno dei segni allarmanti è la comparsa di eritema migrante, un cerchio più chiaro che va ad allargarsi sempre di più. Inoltre, le due malattie connesse al morso di zecca hanno decorsi differenti. Per morire di borreliosi sono necessari mesi, mentre per quanto riguarda l’encefalite si può morire anche nel giro di pochi giorni, ma è disponibile un vaccino".

"Vorrei farei infine chiarezza su un animale mitologico - ha concluso lo scienziato - i fantomatici calabroni killer asiatici, non esistono in Italia o in Europa. Abbiamo la cosiddetta vespa killer, diffusa in Liguria, Toscana, Emilia e Lombardia, e il calabrone nostrano (Vespa crabro) che ci aiuta a contenere l’arrivo di calabroni esotici con cui entra subito in competizione". Insomma, sono piccoli, a volte letteralmente minuscoli, eppure nascondono numerose insidie per l’uomo, con reazioni e conseguenze che, se ignorate o sottovalutate, possono diventare anche letali. In ogni caso il consiglio, da ripetere fino alla nausea, è quello disinfettare correttamente ogni morso e di rivolgersi al proprio medico di fiducia. 

Fonte: Today.it

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