Piano d'ambito del servizio idrico e licenziamenti, è il momento della trattativa
Oggi un incontro in Prefettura e un altro nel pomeriggio alla Regione sui ritardi della gestione Ati: domani nuova assemblea dei lavoratori
Il fronte della gestione del servizio idrico resta caldissimo in provincia di Agrigento. Ai ritardi, le carenze, il mancato compimento del tanto annunciato e auspicato percorso di ripubblicizzazione della gestione si sono aggiunti problemi più recenti come ad esempio il nuovo piano d'ambito e il rischio licenziamenti ad esso connesso.
Di questo si parlerà oggi alle 12 in Prefettura durante una riunione convocata dai sindacati alla presenza dell'Ati e della gestione commissariale ma è probabile che questo argomento - insieme a tutte le questioni sopra esposte - sarà al centro di un altro tavolo convocato oggi pomeriggio alla Regione a cui sono stati invitati i sindaci di diversi comuni della provincia. Domani, invece, i lavoratori torneranno a riunirsi per un'assemblea sindacale che bloccherà ancora una volta i servizi per alcune ore.
Conguagli idrici bloccati? Al momento molti festeggiamenti e pochi atti concreti
La protesta era divampata ieri con tutti i lavoratori che si erano astenuti dal lavoro per quattro ore per contestare il rischio di un dimezzamento delle risorse umane disponibili previsto appunto dal nuovo piano d'ambito.
Un documento che i sindacati avevano letteralmente fatto a pezzi sostenendo che lo stesso non solo era errato ma poteva persino essere nocivo.
"Il piano d’ambito - scrivevano in un documento rivolto alle autorità - presentato dalla società incaricata non fornisce un quadro aggiornato della reale situazione del servizio idrico integrato della Provincia di Agrigento, in quanto pare redatto sulla scorta di informazioni ed indicazioni desunte dall’Ati (presidente, direttivo, sindaci?), invece che dai veri soggetti competenti e cioè i commissari straordinari nominati dal prefetto di Agrigento che gestiscono il servizio".
Nuovo piano d'ambito idrico e rischio licenziamenti: lavoratori sul piede di guerra
Il piano, secondo i sindacati, non terrebbe conto che "la gestione del servizio idrico integrato da oltre due anni è pubblica, gestita da manager incaricati dal prefetto, secondo regole pubblicistiche nell’interesse delle collettività ed assolutamente estranee a logiche di profitto ed a interessi privati. Ebbene, i commissari prefettizi hanno segnalato, rappresentato e certificato all’Ati il disequilibrio economico e finanziario del servizio e quali sono le criticità dell’ambito e quali sono le cause dei maggiori costi che gravano sul servizio e fra questi non ci sono certo il numero dei dipendenti ed il costo del personale che, anzi, risulta sottodimensionato e con livelli non adeguati. Il piano d’Ambito - continuavano i sindacati - prevede la pubblicizzazione del debito di Girgenti Acque (che passerebbe a carico dei comuni), ma al contempo, nel piano tariffario non è prevista la modalità di rimborso di tale debito. Il piano d’ambito - chiosano i sindacati - prevede uno squilibrio finanziario già nel primo anno di gestione. Il piano d’ambito e l’Ati non hanno tenuto conto che il personale oggi in forza è di circa 306 unità, in quanto tutti i dipendenti della controllata Hydortecne sono stati formalmente 'distaccati' dai Commissari prefettizi alla gestione del Sii e che gli stessi commissari prefettizi ritengono tale numero insufficiente per la gestione del servizio. Oggi una cosa è assolutamente certa: con 203 lavoratori il servizio non può reggere neanche un giorno. Se 100 lavoratori si fermano - dicono i sindacati - tutta l’azienda in tutti i settori si blocca. E’ evidente - concludono - che esiste più che la possibilità, la certezza di un decadimento della qualità del servizio, che seppur non ha raggiunto ancora livelli ottimali auspicati, garantisce oggi un standard di efficienza notevolmente migliore rispetto alla condizione precedente all’affidamento della gestione a Girgenti Acque".