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Cronaca

Gli studenti del Cupa contro la chiusura della mensa: "Pasta cu sucu pi tutti"

Il Consorzio ha dato mandato di chiudere la mensa universitaria "a causa del taglio dei fondi da parte della Regione" hanno spiegato alcuni componenti del Cda agli studenti. Ma loro non ci stanno e protestano. Distribuita pasta al sugo per tutti

Il titolo della protesta ha fatto sorridere molti: "Pasta cu sucu pi tutti". Ma dopo aver sentito i motivi della protesta, da sorridere c'è stato ben poco. Gli studenti del polo universitario di Agrigento sono stanchi: prima la paventata chiusura, poi la smentita. Ora una nuova tegola cade sugli studenti, ovvero la chiusura della mensa universitaria. Il Consorzio ha infatti dato mandato di chiudere la mensa universitaria "a causa del taglio dei fondi da parte della Regione" hanno spiegato alcuni componenti del Cda che stamani hanno partecipato all'assemblea degli studenti.

La protesta degli universitari: pasta cu sucu pi tutti

"Sembra quasi inutile elencarvi tutti i disagi che quotidianamente viviamo: lo abbiamo già detto e segnalato centinaia di volte. Dai trasporti alla biblioteca, dalle aule studio agli assurdi orari dell'università" dice Giuliana Giambrone, studentessa 23enne di San Giovanni Gemini, iscritta ad Agrigento nella facoltà di architettura. Lei è una dei tanti studenti provenienti dalla Sicilia che frequentano l'università di Agrigento e che, seppur stanca della situazione, non ha alcuna intenzione di continuare a studiare in una struttura così dimenticata. "Togliendoci la mensa – ha detto - hanno provocato un ulteriore grave danno.  Bisogna tenere in considerazione che la maggior parte degli studenti paghiamo l'affitto di una casa, oltre a tutte le spese che l'università comporta. In più ci tolgono l'unico servizio di cui usufruivamo". 

Ma quali sono i problemi che sono costretti a vivere gli studenti del Cupa? Basta fare qualche domanda nei corridoi per sapere che i libri della biblioteca non possono essere presi "in prestito", ma solo consultati; o che l'università, e quindi anche le piccole aule studio, chiudono i battenti alle 18 del pomeriggio, mentre in altre università non si chiude prima delle 20. Per non parlare dei collegamenti pubblici tra contrada Calcarelle e il centro cittadino di Agrigento: un'avventura quotidiana. "Noi vogliamo che le istituzioni - ha detto ancora Giuliana Giambrone - si impegnino per portare vitalità: vogliamo vitalizzare quella che è la nostra iniziativa. Noi l'università la vogliamo vivere. Se mancano questi servizi primari, non possiamo né viverla né promuoverla. Intanto al pranzo ci dobbiamo pensare noi".

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