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Cronaca

Giro di prostituzione nel centro storico, intera famiglia dal gup

L'operazione "Saponara" approda in aula per l'udienza preliminare, alcune notifiche non sono andate in porto e il procedimento è slittato

Alcune notifiche non sono andate a buon fine: slitta al 4 maggio l'udienza preliminare per i tre componenti della famiglia accusati di avere gestito alcune case di prostituzione nel centro storico della città, in particolare in via Saponara.

Il pubblico ministero Elenia Manno, nei mesi scorsi, ha chiesto il rinvio a giudizio per Emanuele Pace, 66 anni, la moglie Pierina Miccichè, 52 anni e il loro figlio Vasilij Pace, 30 anni. I difensori dei tre imputati - gli avvocati Emilio Dejoma e Giuseppe Lo Dico - potranno scegliere l'abbreviato o proporre il patteggiamento con il consenso del pm. In caso contrario sarà il gup Stefano Zammuto a decidere se disporre il rinvio a giudizio.

L'indagine, che il 6 febbraio li ha fatti finire ai domiciliari, è scaturita dalle denunce di una prostituta e si è sviluppata grazie, soprattutto, alle numerose intercettazioni telefoniche dalle quali, secondo gli inquirenti, arriva la prova dell'attività di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L'attività, peraltro, sarebbe stata molto florida con prenotazioni che venivano prese con largo anticipo dalle varie prostitute ed escort che temevano di restare fuori. Agli atti, in particolare, alcune intercettazioni dalle quali emergerebbe l’attività di sfruttamento. 

L'udienza preliminare non è iniziata perchè le prostitute, quasi tutte di nazionalità sudamericana, sono indicate come "parti offese". Di conseguenza vanno rintracciate per la consegna dell'avviso dell'udienza in cui potranno costituirsi parte civile. Essendo sparse per l'Italia, però, ci sono state alcune difficoltà nel reperirle. 

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