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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'intimidazione

Da anni al fianco di imprenditori ed agricoltori affinché dicano no al racket: proiettile e minacce per Eugenio Di Francesco

Il vice presidente regionale di Rete per la legalità Sicilia, oltre ad essersi mobilitato per aiutare concretamente le vittime della criminalità organizzata, ha ingaggiato una vera e propria battaglia in favore di tutti coloro che, soprattutto nell'area Canicattinese, continuano a vedersi radere al suolo i vigneti

Un proiettile e frasi non d'affetto e stima, ma d'offesa e di minacce. A finire nel mirino dei balordi il vice presidente regionale di Rete per la legalità Sicilia Eugenio Di Francesco, originario di Riesi, ma in prima linea - contro la criminalità organizzata di stampo mafioso - anche a Canicattì e in altri Comuni dell'Agrigentino come Licata. 

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Di Francesco, di recente, oltre ad essersi mobilitato per aiutare concretamente gli imprenditori vittime del racket, ha ingaggiato una vera e propria battaglia in favore di tutti quegli agricoltori che, soprattutto nell'area Canicattinese, continuano a vedersi radere al suolo i vigneti. "Non abbiate paura di parlare, di denunciare. Questa è 'mafia bianca' che tende a minare l'economia del singolo per accrescere quella dei 'porci grossi'. Noi ci siamo, lo Stato c'è! - ha detto, lanciando un appello, Eugenio Di Francesco, - . Gli strumenti per poter riprendere in mano la propria attività ci sono e sono anche forti. Noi siamo a vostra completa disposizione - aveva concluso, rivolgendosi agli imprenditori agricoli canicattinesi, il presidente dell'associazione antiracket - per tutelare la vostra vita e il vostro futuro. Abbiamo questo muro di omertà! Costruiamo ponti di dialogo e confronto per vincere questa battaglia". 

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Sempre nell'Agrigentino, il vice presidente regionale di Rete per la legalità Sicilia oltre a portare avanti iniziative di sensibilizzazione e crescita culturale antimafia come il "Normality day" è stato il promotore dell'iniziativa di ribellione che lo scorso anno s'è tenuta a Canicattì: adesivi con la scritta "No usura", "No racket" comparvero sulle vetrine di tutti i negozi di Canicattì. L'associazione "Sos racket" si mosse con il supporto dei carabinieri della compagnia di Canicattì e del comando provinciale di Agrigento. Tutte le attività che dopo il Covid avevano riaperto i battenti avevano avuto bisogno di soldi, ed ecco che c'era stata, e c'è ancora, la rinascita dell'usura. 

Delle indagini sull'intimidazione subita - è trascorso un po' di tempo ormai, ma la notizia è trapelata solo negli ultimi giorni - da Eugenio Di Francesco, sulla quale c'è stato appunto silenzio categorico, si sono occupati, e continuano ancora ad occuparsene, i carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta. 

Vicinanza e solidarietà 

"Esprimo solidarietà e vicinanza al vice presidente regionale di Rete per la legalità Sicilia Eugenio Di Francesco, destinatario di un vile ed ignobile atto intimidatorio. L'amministrazione comunale è al suo fianco, nella certezza che Di Francesco continuerà con la caparbietà di sempre il suo infaticabile impegno contro la criminalità organizzata di stampo mafioso ed il racket delle estorsioni". Lo ha scritto il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo. 

(Aggiornato alle ore 9,50)

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