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Giustizia

Riorganizzata la Procura di Palermo: Demontis si occuperà dell'antimafia agrigentina

A sette mesi dal suo insediamento, il capo dell'ufficio assegna alcune nuove deleghe: Paolo Guido guiderà il dipartimento per i reati contro la pubblica amministrazione e manterrà la Dda di Trapani. Le indagini contro Cosa nostra a Palermo saranno affidate a Marzia Sabella

A sette mesi dal suo insediamento, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia riorganizza l'ufficio giudiziario. E dalle deleghe assegnate ai sei aggiunti in servizio (ne manca un settimo per coprire il posto lasciato vuoto da Salvatore De Luca, che guida la Procura di Caltanissetta) si capisce che - ferma restando l'attenzione sulla lotta alla mafia e in particolare alle indagini legate all'ex latitante Matteo Messina Denaro - l'obiettivo è cercare di scardinare il male forse ormai più diffuso e deleterio: la corruzione e i reati contro la pubblica amministrazione.

Sarà Paolo Guido, dopo il successo della cattura dell'ultimo dei Corleonesi - e su sua richiesta - a prendere infatti in mano il dipartimento dei reati contro la pubblica amministrazione, pur mantenendo la delega sulle indagini antimafia nel Trapanese e dunque su Messina Denaro. Un dipartimento, quello della lotta ai crimini contro la pubblica amministrazione, che è stato guidato negli ultimi anni (e con risultati sicuramente importanti) da Sergio Demontis, che aveva dato la sua disponibilità a lasciare il gruppo e adesso avrà la delega sulla mafia agrigentina. Guido potrebbe portare un metodo investigativo, già fruttuoso nella lotta a Cosa nostra, da applicare al dipartimento che gli è stato affidato.

De Lucia ha poi delegato le indagini sul contrasto a Cosa nostra palermitana all'aggiunto Marzia Sabella (originaria di Bivona), che nella fase di cambio al vertice della Procura tra Francesco Lo Voi e il nuovo procuratore ha guidato l'intero ufficio (la prima volta per una donna). Sabella conosce bene il territorio della città e della provincia del quale si è già occupata in passato, sin da quando fece parte del pool (anche in questo caso era l'unica donna) che catturò nel 2006 il boss Bernardo Provenzano.

De Lucia quindi sceglie quindi di dividere nuovamente gli incarichi in relazione alla lotta a Cosa nostra: Lo Voi, almeno nell'ultima fase prima di andare a guidare la Procura di Roma, aveva deciso di affidare tutta la Dda proprio a Paolo Guido. Nell'ufficio giudiziario - uno dei più importanti d'Italia - restano immutate le altre deleghe: Ennio Petrigni continuerà ad occuparsi della criminalità diffusa, Annamaria Picozzi della criminalità economica e Laura Vaccaro delle così dette "fasce deboli", ovvero dei reati legati alla violenza di genere e alle persone più vulnerabili.

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