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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Tangenti e finte malattie, amico difende imputato: "Aveva problemi alla schiena"

Un teste citato dal legale del funzionario dell'Agenzia delle Entrate, Giuseppe Castronovo: "Andavamo insieme in auto a Palermo e lui andava a farsi massaggi e terapie"

"Giuseppe Castronovo è un mio amico di vecchia data, andavamo spesso a Palermo. Io andavo a trovare mia figlia che studiava all'università e lui andava a farsi terapie e massaggi per il mal di schiena". Michele Vitello, citato dalla difesa del funzionario dell'Agenzia delle Entrate, smentisce l'ipotesi della Procura secondo cui il funzionario, coinvolto nell'inchiesta Duty free, che ipotizza un giro di tangenti all'Agenzia delle entrate, avesse finto una malattia per assentarsi dall'ufficio.

Parte dell'udienza del processo, davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, si è concentrata, come era accaduto anche in quella precedente, anche su alcuni episodi connessi al presunto giro di tangenti e, in particolare, sulle accuse di falso, che coinvolgono pure l'attuale presidente dell'Ordine dei medici Santo Pitruzzella al quale si contesta di avere redatto dei certificati medici che avrebbero attestato delle patologie ritenute inesistenti.

All'udienza precedente alcuni ortopedici, citati dall'avvocato Graziella Vella, difensore di Castronovo, avevano, al contrario, detto di avere avuto in cura il funzionario che, in effetti, avrebbe sofferto realmente, secondo la loro versione, di quella patologia.

In aula, ora, è stato ascoltato un amico con cui, secondo la sua versione, è andato insieme a Palermo, in numerose circostanze. "Andavamo con la sua auto - ha detto - ma guidavo io perchè lui aveva mal di schiena. Una volta arrivati, io andavo da mia figlia e lui mi diceva che andava a farsi fare massaggi e terapie per il dolore". 

Gli imputati di questo troncone sono dodici. Si tratta di Antonio Vetro, consulente del lavoro; Vincenzo Tascarella, Giuseppe Cumbo, Giuseppe Castronovo, Filippo Ciaravella, Piera Callea, Angelo Pagliarello, tutti funzionari dell’Agenzia; Salvatore La Porta, di Porto Empedocle, socio e amministratore della Metalmeccanica agrigentina; i medici Giovanni Crapanzano e Santo Pitruzzella, entrambi di Favara, estranei al giro di tangenti che coinvolge imprenditori e funzionari ma accusati di avere rilasciato falsi certificati ad alcuni ispettori dell'Agenzia e i ristoratori favaresi Giuseppe e Salvatore, Costanza, padre e figlio accusati di avere rilasciato una falsa attestazione per alcuni rimborsi. Fra le accuse contestate la corruzione, l'abuso di ufficio e la truffa.

Si torna in aula il 25 maggio per sentire gli ultimi testi della difesa.

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