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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La commissione fallimentare sulla Girgenti acque: "Ci fu mala gestio dei commissari"

La posizione di Giuseppe Dell'Aira e Gervasio Venuti, anche loro creditori della società, sarà comunque valutata dal Tribunale fallimentare

Gli ex commissari prefettizi della Girgenti Acque, Gervasio Venuti e Giuseppe Dell'Aira, non vanno ammessi tra i creditori della società ormai in liquidazione perché "qualsivoglia onere richiesto dall’istante sarebbe comunque non dovuto anche sotto altro aspetto, dovendosi ritenere lo stesso estinto per compensazione con il credito risarcitorio spettante al fallimento" a causa di "fatti di mala gestio nella conduzione della società fallita".  Sono parole durissime quelle pubblicate dai curatori fallimentari Giovanni Battista Coa, Filippo Lo Franco e Vittorio Viviani della sezione fallimenti del Tribunale di Palermo, che sta curando appunto la procedura fallimentare della società colpita nel 2018 da interdittiva antimafia e poi dichiarata fallita. Nel provvedimento di valutazione delle domande di accesso al credito (che è però appunto solo una proposta), infatti, spuntano anche i due commissari, che, appunto, avranno verosimilmente richiesto delle somme mai versate dalla società fallita.

Richieste respinte chiaramente e con la medesima motivazione. "Tenuto conto che dai primi accertamenti espletati e da quanto ad oggi acquisito, emergono fatti di mala gestio nella conduzione della società fallita e che tale circostanza, considerate anche le ragioni di speditezza del procedimento di verifica, impedisce in nuce un positivo vaglio sull’effettiva debenza degli emolumenti richiesti dal Commissario Prefettizio, propongono il rigetto della domanda, non mancando di rilevare in ogni caso che qualsivoglia onere richiesto dall’istante sarebbe comunque non dovuto anche sotto altro aspetto, dovendosi ritenere lo stesso estinto per compensazione con il credito risarcitorio spettante al Fallimento".

Insomma, non si può determinare con esattezza se i soldi spettino, ma, comunque, qualunque sia l'importo, lo stesso sarebbe a prescindere compensato con il "credito risarcitorio".

Una posizione molto netta, ma assolutamente non definitiva.

E' lo stesso Tribunale, attraverso il presidente Antonio Balsamo a precisare che "E' stato soltanto depositato dai curatori fallimentari il progetto di stato passivo relativo alle domande presentate da 150 creditori (si tratta del settimo gruppo di domande) contenente le considerazioni della curatela; la proposta sarà quindi sottoposta al giudice delegato e discussa nel contraddittorio tra tutte le parti nel corso di un'apposita udienza, nel rispetto della disciplina della Legge Fallimentare, prima di essere decisa dallo stesso giudice. Pertanto, allo stato nessuna decisione è stata assunta dal Tribunale fallimentare sul tema in questione.

E' stato però un giorno complesso per Aica, dopo la diffusione da parte dell'associazione Konsumer del carteggio intercorso tra la società consortile e la gestione fallimentare: il presidente Castaldi, infatti, ha chiarito che ”non può in atto garantire la prosecuzione del servizio pubblico in assenza di prospettive certe alla conclusione del contratto di affitto del ramo d'azienda di Girgenti Acque e Hydortecne", contratto che scadrà il prossimo 31 ottobre senza, ad oggi, alcun rinnovo autorizzato e l'onere, semmai, di versare mille euro al giorno in caso di mancata restituzione delle "chiavi della società".

Sull'ipotesi di acquisto la consortile è ancora in attesa di una perizia sul costo, che si attesterebbe intorno ai 300mila euro.

Soldi che, non è chiaro, chi dovrà tirar fuori.

(aggiornato l'1 ottobre 2022 alle ore 16)

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