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Cronaca

Al carcere “Bicocca” i riconoscimenti internazionali Livatino - Saetta - Costa

All'interno della casa circondariale etnea anche il premio speciale in memoria della nobildonna Antonietta Labisi.

"La legalità come gesto semplice e quotidiano. Non un concetto astratto ma un complesso di piccole azioni, senso di appartenenza allo Stato e alla cittadinanza, valori indispensabili per vivere nella correttezza e nella giustizia sociale". Questa la lezione dei magistrati vittime di mafia Rosario Livatino, Antonino Saetta e Gaetano Costa, ai quali è intitolato il premio, organizzato ormai da 22 anni, dal comitato antimafia Livatino Saetta Costa, fondato da Attilio Cavallaro insieme al padre di Rosario Livatino: una vera missione di sensibilizzazione indirizzata soprattutto agli studenti delle scuole medie e superiori, con oltre 50mila ragazzi coinvolti in tutta la regione.
 
Così, in collaborazione con le famiglie dei giudici e con la casa circondariale “Bicocca”, il comitato ha organizzato proprio all’interno del carcere catanese, il premio internazionale all’impegno sociale 2016 e il premio speciale in memoria della nobildonna Antonietta Labisi.

Un’edizione che ha voluto ricordare anche i carabinieri vice brigadiere Giovanni Bellissima, e appuntati Domenico Marrana e Salvatore Bologna, uccisi dalla mafia al casello di San Gregorio di Catania nel ’79 mentre traducevano un detenuto, così come Roberto Carullo, sovrintendente capo della Polizia di Stato, travolto da un torrente in piena durante l’alluvione del 2009 a Giampilieri, mentre rientrava in casa alla fine del turno di servizio.
 
A fare gli onori di casa il direttore di “Bicocca”, Giovanni Rizza, che si è detto felice di poter ospitare valori simbolici che rappresentano un punto fermo per il proprio istituto.

“Le mafie non hanno futuro – afferma il presidente del comitato Attilio Cavallaro – perché c’è chi, come il dottor Rizza, uomo di grande umanità che dirige in maniera eccellente questo istituto, lavora contro di loro".

Cavallaro ha poi introdotto la figura di Antonietta Labisi, alla quale è stato intitolato un premio speciale in suo memoria. Fondatrice dell’istituto medico psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati, e antesignana della lotta alla mafia, la professoressa Labisi è stata una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati, soprattutto nel quartiere di San Cristoforo dove per diversi anni ha operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire, e per la quale è in corso un processo di beatificazione.

A continuare la sua missione il figlio, Corrado Labisi, presidente dell’istituto “Lucia Mangano” – accreditato presso il Parlamento europeo come struttura d’eccellenza nel campo della neurofisiatria e neuropsicologia – Pro Rettore della prestigiosa Università telematica Unisanraffaele di Zurigo, nonché presidente onorario del comitato.
 
“Forza, coraggio, determinazione e perseveranza. Questo è il quadrato perfetto – spiega Labisi – al quale tutta la società civile deve tendere. L’esempio degli eroi magistrati ai quali ci ispiriamo serve per costruire un mondo diverso, migliore. È quello che ha cercato di fare Leoluchina Savona, sindaca di Corleone, che ha combattuto in prima persona la sua battaglia contro la mafia, e che invece proprio da un atto mafioso nascosto dietro i colletti bianchi è stata colpita, sospesa, insieme ai consiglieri del Comune, per infiltrazioni mafiose".
 
Ad introdurre le premiazioni, le immagini della strage di Capaci che scorrono su un maxi schermo insieme con le parole della vedova dell’agente Schifani al funerale di Giovanni Falcone e della sua scorta.

Tra i premiati con la prestigiosa pergamena, nomi illustri che si sono distinti per impegno, ideali e senso di giustizia: il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo – scampato di recente all’attentato pianificato ai suoi danni dalla camorra grazie al sequestro di cinquecentocinquanta grammi di tritolo destinati ad ucciderlo –, il procuratore presso la Dna Roberto Pennisi, il provveditore dell'Amministrazione penitenziaria per la Sicilia Gianfranco De Gesu, la dirigente scolastica dell’istituto nautico, commerciale e geometra di Riposto Maria Catena Trovato, il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi, il giornalista televisivo Klaus Davi, il sovrintendente dei vigili del fuoco di Bari Ottavio Trerotoli, il direttore del servizio di raccolta del sangue di Barletta Ennio Peres, la figlia dello statista Aldo Moro, Agnese Moro, il comandante della sezione Polizia giudiziaria della Guardia di finanza di Catania Mario Strano, il vigile del fuoco Giovanni Rezzoagli, la vice direttrice della casa circondariale “Bicocca” Rita Maugeri, il sostituto commissario della Polizia di Stato di Palermo Nicolino Alfano, il sostituto commissario della Polizia di Stato di Catania Antonino Sciuto.
 
Presenti anche Cosimo Forina, presidente del comitato Livatino – Saetta – Costa per la regione Puglia, e Carmelo Strano, presidente dell'associazione Brunelleschi.

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