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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il provvedimento

Prefettura, firmate interdittive antimafia contro le aziende del gruppo Campione

La richiesta unanime da parte delle forze di polizia sarebbe fondata sul materiale raccolto nel contesto dell'inchiesta "Waterloo"

La prefettura di Agrigento ha appena emesso due nuovi provvedimenti di "Informazione antimafia interdittiva” nei confronti di due ditte ritenute gestite di fatto dall'imprenditore Marco Campione, ex presidente di Girgenti Acque, società che gestiva il servizio idrico nell’Agrigentino: la Giuseppe Campione S.p.a. e G. Campione di Michele e Fratelli S.n.c. (che è ritenuta la cassaforte dell'intero Gruppo Campione).

I provvedimenti, che impediscono di contrarre con la pubblica amministrazione, colpiscono nuovamente l'imprenditore a distanza di 2 anni dalla prima interdittiva antimafia emessa dal prefetto Dario Caputo e a distanza di pochi giorni dal provvedimento di sequestro dei beni per 20 milioni di euro emesso dalla sezione Misure di prevenzione di Palermo.

Anche in questo caso la richiesta di interdittiva, che era stata presentata al prefetto dalle forze di polizia della provincia, coordinate dal procuratore facente funzioni di Agrigento Salvatore Vella, si fondava in larga parte dell'articolato materiale probatorio raccolto nell'ambito dell'inchiesta "Waterloo" che ha disarticolato un presunto intreccio corruttivo che gravitava attorno allo stesso Campione. 

Il provvedimento amministrativo, che impedisce alle imprese di stipulare contratti con la pubblica amministrazione, bloccando di fatto ogni attività, scaturisce dalle accuse nel processo penale scaturito dall'operazione "Waterloo"a carico di Campione  al quale si contesta di essere stato a capo di un’organizzazione a delinquere che corrompeva e asserviva forze dell’ordine, organi ispettivi e istituzionali e professionisti di ogni ambito in cambio di favori e posti lavoro a Girgenti Acque. 

Sono 47 gli imputati nei cui confronti il pool di pm, coordinati dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella, hanno chiesto, lo scorso luglio, il
rinvio a giudizio. Tra di loro c'è anche l'ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede, accusato di avere "salvato" Girgenti Acque proprio da un'interdittiva antimafia.

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