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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Agrigento, arrestati con la cocaina in auto: "vecchie conoscenze" degli investigatori

Antonino Mangione e Roberto Lampasona, arrestati nel 2012 nel contesto dell’operazione antimafia “Nuova cupola”, erano ritenuti vicini al clan Fragapane di Santa Elisabetta. Vennero poi assolti. Sono coinvolti in una delicata inchiesta che fa riferimento al tentativo di intimidire l’allora commissario straordinario dell’Irsap (ex Asi), Alfonso Cicero

Un’indagine, quella della Squadra mobile di Agrigento guidata dal commissario capo Giovanni Minardi e che ieri ha portato all’arresto di tre persone per spaccio di stupefacenti, che ha fin da subito fatto comprendere lo spessore degli indagati. Antonino Mangione, 35enne di Raffadali, Roberto Lampasona, 38enne di Santa Elisabetta, e Vincenzo Politanò, 64enne di Melicuccà (Reggio Calabria), sono stati fermati all’alba di domenica sulla Ss640 mentre viaggiavano a bordo di due diverse autovetture. A bordo di uno dei due mezzi, infatti, gli agenti della squadra mobile di Agrigento – che li stavano pedinando – hanno trovato un chilo di cocaina diviso in due involucri.

Vecchie conoscenze degli investigatori i tre uomini, tutti coinvolti in gravi vicende giudiziarie. La svolta si è avuta la notte tra sabato e domenica, poco dopo l’una, quando i telefonini di Lampasona e Mangione risultavano agganciati alla stessa cella telefonica a Palmi, in Calabria. Da quel momento i due uomini che viaggiavano insieme a Rosaria Fragapane Renna, 31 anni, compagna di Mangione (denunciata a piede libero), non sono stati persi di vista sino in Sicilia. Nei pressi di Caltanissetta l’autovettura con i tre agrigentini a bordo è stata affiancata dall’autovettura di Politanò per poi continuare il viaggio, apparentemente separati sino al primo bivio per Canicattì dove tutti sono stati fermati dalle auto civetta della Mobile.

La perquisizione della vettura sulla quale viaggiavano Lampasona, Mangione e Rosaria Fragapane Frenna, ha dato esito negativo. Sulla Fiat Punto condotta da Politanò, invece, sono state rinvenute, occultati nel vano bagagli, due confezioni sigillate contenenti cocaina, per oltre un chilo e 100 grammi. Da lì gli arresti e l’indagine, ancora non conclusa, coordinata dal procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, e dai sostituti Andrea Maggioni e Salvatore Vella.

Antonino Mangione e Roberto Lampasona, sono personaggi molto conosciuti dalle forze dell’ordine. Arrestati nel 2012 nel contesto dell’operazione antimafia “Nuova cupola” perché ritenuti vicini al clan Fragapane di Santa Elisabetta, vennero poi assolti.

Poco tempo dopo entrambi vennero raggiunti da un altro provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Agrigento, perché implicati in un furto di bovini avvenuto a Palazzolo Acreide (Siracusa), rinvenuti in contrada “Milione” di Agrigento. Un mese dopo, un altro provvedimento cautelare per abigeato, questa volta del gip del Tribunale di Siracusa. Nel 2013 sono stati, e lo sono tuttora, coinvolti in una delicata inchiesta antimafia condotta dalla Procura di Caltanissetta e che fa riferimento al tentativo di intimidire l’allora commissario straordinario dell’Irsap (ex Asi), Alfonso Cicero, che ebbe scorta e misure di sicurezze rafforzate.

Lampasona e Mangione, insieme ad altri quattro uomini – sostengono gli agenti di scorta di Cicero – si sarebbero avvicinati “troppo” al funzionare regionale arrivando persino sin dentro la sede Irsap di Caltanissetta. In quel caso l’azione era stata fermata dall'intervento di un finanziere che, accortosi del gruppo sospetto di persone, era intervenuto, rilevando anche le targhe degli automezzi. Infine, anche il pentito agrigentino Giuseppe Tuzzolino, da tempo superprotetto, li ha individuati ed indicati quali frequentatori di casinò in Slovenia insieme a Salvatore Arnone, quest’ultimo teste di riferimento in relazione ad una presunta tangente pagata al fratello, il più noto Giuseppe.

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