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Cronaca Porto Empedocle

Vittime innocenti della mafia, il ministero dovrà risarcire 2 milioni di euro

Giuseppe Marnalo, all'epoca quarantaseienne, ed il ventenne Stefano Volpe rimasero uccisi nel corso dell'agguato mafioso - la seconda strage di Porto Empedocle, del 4 luglio del 1990

Nonostante la sentenza, e una nuova istanza di accesso al Fondo, il ministero dell’Interno, cui appartiene il Fondo di Solidarietà, ancora una volta negava i benefici. Decisi a difendere fino in fondo l’onore e la dignità dei propri cari, la cui unica colpa risiedeva nell’essersi trovati sul luogo dell’agguato, Maria Concetta Vecchia e Giuseppe Volpe, sempre rappresentati e difesi dagli avvocati Angelo Farruggia ed Annalisa Russello, hanno promosso un nuovo giudizio davanti al tribunale di Palermo chiedendo la condanna del ministero dell’Interno, difeso dall’Avvocatura di Stato, al risarcimento delle somme già liquidate dal tribunale di Agrigento che oggi ammontano, tenuto conto degli interessi e della rivalutazione monetaria, a poco più di un milione di euro per ciascuna vittima.

Il tribunale di Palermo, giudice Giuseppe De Gregorio, al termine del giudizio, durato altri tre anni, accogliendo le istanze degli avvocati  Angelo Farruggia, Annalisa Russello e Carmelita Danile, da ultimo aggiuntasi nella difesa di Giuseppe Volpe, ha riconosciuto il diritto di Maria Concetta Vecchia e Giuseppe Volpe di accedere al Fondo, visto che - contrariamente a quanto sostenuto dal ministero dell’Interno, e per esso dall’Avvocatura di Stato - a fronte delle risultanze processuali sia Stefano Volpe che Giuseppe Marnalo devono considerarsi vittime innocenti di mafia. 

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