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Cronaca Porto Empedocle

Agguato a pistolettate al porto, la sorella della vittima: "Non so chi ha sparato"

Rosina Vasile Cozzo: "Ho ricevuto una telefonata da mio fratello e sono andata a vedere cosa fosse successo, non mi raccontò mai nulla"

"Mio fratello Libertino mi ha telefonato dicendomi che gli avevano sparato al porto, sono andata a vedere subito. Non mi disse mai chi era stato, neppure quando lo andai a trovare dopo in ospedale". Rosina Vasile Cozzo, sorella della vittima e moglie  dell'imputato Gianni Tuttolomondo, ha deposto in aula al processo per l'agguato, scattato nella notte fra il 4 e il 5 aprile del 2013 sulla banchina del porto empedoclino dove Vasile Cozzo aveva un magazzino adibito al deposito del pesce

Tuttolomondo, 52 anni, cognato di Libertino Vasile Cozzo, 45 anni, secondo quanto ipotizza la Procura e denunciato dallo stesso Vasile Cozzo, avrebbe sparato, insieme a un killer non identificato, otto colpi di arma da fuoco all'indirizzo dell'uomo per contrasti di natura sentimentale.

La vittima riuscì a nascondersi sotto un furgone salvandosi. Rosina Vasile Cozzo, davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, rispondendo al pm Cecilia Baravelli, al difensore dell'imputato Salvatore Pennica e al legale di parte civile Raimondo Tripodo, ha spiegato di non avere mai saputo cosa fosse successo quella notte. 

"Si sospettò subito di Gianni, tanto che fu arrestato subito ma mio fratello non mi disse mai nulla".

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