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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La decisione del gip / Porto Empedocle

Tentato omicidio a sprangate, uno dei due fratelli ai domiciliari dopo l'interrogatorio

Cristian Pagliaro, 36 anni, è stato scarcerato e attenderà gli sviluppi della vicenda nella propria abitazione con il braccialetto elettronico

"Le esigenze cautelari possono essere adeguatamente salvaguardate anche agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico".

Il gip Micaela Raimondo, pronunciandosi sulla richiesta del difensore, l'avvocato Alba Raguccia, ha scarcerato il 36enne Cristian Pagliaro, arrestato nei giorni scorsi insieme al fratello Bruno di 4 anni più giovane con l'accusa di rissa e tentato omicidio. Quest'ultimo, nel 2012, è stato arrestato nell'ambito dell'operazione antimafia "Nuova Cupola" e in seguito è stato accusato di avere fatto parte di un traffico di droga sgominato con l'inchiesta "Hardom": in entrambi i casi è stato assolto.

Il gip, per questi fatti, lo aveva posto da subito agli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. L'episodio al centro della vicenda risale al 13 marzo. Allora, per “futili motivi” – così vennero definiti dagli stessi investigatori – nel cosiddetto "quartiere degli indiani", nei pressi della cementeria di Porto Empedocle, si innescò una rissa, a colpi di spranga, fra quattro empedoclini. Due rimasero feriti e vennero portati all’ospedale “San Giovanni di Dio” dove i medici, ad uno, hanno diagnosticato un brutto trauma cranico. Tutti e quattro, due coppie di fratelli, già a metà dello scorso marzo, vennero denunciati, proprio dai carabinieri della stazione di Porto Empedocle, alla Procura della Repubblica.

Le indagini successive hanno portato a ipotizzare che, colpendo alla testa i due rivali con una spranga, i fratelli Pagliaro volessero ucciderli. La circostanza ha portato la procura ha chiedere un'ordinanza cautelare che è stata accolta dal gip. 

Il trentaseienne ha provato a giustificarsi, in occasione dell'interrogatorio, tentando di allontanare ogni responsabilità dal fratello Bruno e dicendo di essersi limitato a difendersi senza avere usato alcuna spranga. Il giudice non gli ha creduto ma, in ogni caso, ha ritenuto che la misura cautelare si potesse sostituire applicandogli i domiciliari in una diversa abitazione diversa da quella attuale vicina a quella dei fratelli rivali. 

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