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Operazione "Fermi tutti" / Porto Empedocle

Incendi, rapine, droga e agguato a fucilate: poliziotto racconta indagini

Un agente della scientifica riferisce in aula gli accertamenti fatti sull'auto di una donna: alcuni spunti investigativi la collegavano ai traffici illeciti

"Abbiamo eseguito degli accertamenti sull'auto di una donna maghrebina perchè pensavamo che ci potessero essere tracce utili alle indagini". Un poliziotto della scientifica racconta in aula le prime battute dell'inchiesta che ha portato al processo scaturito dall’operazione "Fermi tutti" - eseguita dalla polizia undici anni fa - nei confronti dei presunti componenti di due bande rivali dedite a spaccio di droga, rapine e intimidazioni.

Due gruppi di fuoco che avrebbero terrorizzato Porto Empedocle per un lungo periodo. Undici gli imputati finiti a processo al termine di un'indagine che si incrocia con quella sulla famiglia mafiosa di Porto Empedocle. Sette gli imputati: Giancarlo Buti, 33 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Romeo, 29 anni, di Porto Empedocle; Salvatore Lombardo, 33 anni, di Porto Empedocle; Paolo Mendola, 43 anni, di Agrigento, residente a Porto Empedocle; James Burgio, 29 anni, di Porto Empedocle; Carmelo Burgio, inteso “Flavio” 31 anni, di Porto Empedocle e Stefano Albanese, 43 anni, di Porto Empedocle.

Il poliziotto, citato dal pubblico ministero Paola Vetro, ha ricostruito gli accertamenti tecnici sulla vettura che non hanno consentito grossi sviluppi investigativi. Le accuse contestate agli imputati sono di detenzione e porto illegale di armi da sparo, fabbricazione e trasporto in luogo pubblico di bottiglie incendiarie, danneggiamento, minacce aggravate, rapina, detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e altro ancora.

Le indagini della polizia, inoltre, avrebbero consentito di fare luce su una serie di episodi intimidatori che si sono verificati a Porto Empedocle e pure su un tentato omicidio. 

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