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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Porto Empedocle

"Tentò di uccidere cognato investendolo con l'auto", il consulente della difesa smentisce il pm

Secondo l'ingegnere Vincenzo Carrubba "la velocità e la traiettoria non fanno ipotizzare un gesto volontario"

"L'impatto è avvenuto a una velocità misurata che difficilmente non poteva essere evitata, inoltre la traiettoria e la dinamica complessiva dell'investimento non lasciano pensare a un gesto volontario". L'ingegnere Vincenzo Carrubba, consulente tecnico della difesa del ventinovenne Calogero Donato, accusato di avere tentato di uccidere il cognato Rejes Bellanca, investendolo con la sua auto, smentisce il collega Pietro Minacapelli. Il consulente del pm Gloria Andreoli aveva dato una versione dei fatti diametralmente opposta. “L’investimento - aveva detto Minacapelli - è avvenuto alla velocità di circa 30 o 40 chilometri orari, il pedone è stato colpito in posizione trasversale”.

Ieri mattina Carrubba, incaricato dal difensore di Donato, l'avvocato Serena Gramaglia, di ricostruire la dinamica del sinistro, ha fornito in aula elementi del tutto diversi. Spetterà adesso ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Pinto, decidere se disporre una perizia, vale a dire una relazione tecnica di nomina del tribunale e quindi "terza", contrariamente alle consulenze di pm e difesa che sono di parte, oppure accontentarsi degli elementi emersi finora.  

"Stavo andando a pranzare da mia madre, ho sentito un'auto correre da dietro, dopo pochi secondi mi ha preso in pieno alle spalle. Ha fatto il giro per investirmi di nuovo ma sono riuscito a fuggire dietro un'aiuola, ho iniziato a sentire dolori forti perché mi ha fratturato il bacino". Così Bellanca, difeso dall'avvocato Teresa Alba Raguccia, a sua volta imputato di minaccia per avere intimidito il cognato dopo essere stato investito, aveva raccontato in aula il presunto tentato omicidio di cui sarebbe stato vittima da parte di Donato. L'omicidio sarebbe avvenuto per dei contrasti non meglio precisati. L'episodio è accaduto il primo aprile del 2016 in via dello Sport, a Porto Empedocle.

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