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L'inchiesta della Squadra Mobile / Porto Empedocle

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“E ora, ora a questo gli dobbiamo insegnare com’è che si sta sulla terra, perché se non ci vuole stare, questa è l’ora giusta .. nessuno è intoccabile”

“Non ti devi permettere di scherzare con me e fare … il bastardo con me, perché il bastardo con me non lo puoi fare … Stattene a posto perché tu non sei nessuno mischiato con niente capito?”. E’ questo – stando a quanto riportato nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal gip Filippo Serio del tribunale di Palermo – il tenore dei messaggi che Giuseppe Migliara, 61 anni, di Porto Empedocle, avrebbe rivolto all’imprenditore edile da cui voleva consegnato il locale dove c’è il bar.

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Parole che, per la Dda di Palermo che ha coordinato l’inchiesta e lo stesso gip, “ostentavano la sua determinazione”. E il 14 febbraio del 2020, in un’altra intercettazione, veniva offerta – stando sempre alle ricostruzioni dell’indagine di cui si è occupata la Squadra Mobile – “una chiarissima descrizione del suo pensiero criminale”: “Migliara – scrive il gip – precisava che qualsivoglia attività imprenditoriale dell’imprenditore edile avrebbe dovuto essere da lui preventivamente autorizzata”: “Lui prima che mette un mattonello (lavori in genere) deve dirlo a me capito? Prima che mette un mattonello devo dirlo a me … Lui solo non può fare tutte cose, deve passare sempre da noi ..”.

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Il 6 settembre del 2020, invece, lo stesso sessantunenne chiedeva ad un concittadino di accertare se l’imprenditore fosse “appuiato” da qualcuno, “ossia – viene ricostruito dal gip – se avesse la protezione di qualche soggetto ovviamente inserito nel locale contesto criminale mafioso. Al riguardo esplicitava le sue ferme e chiarissime intenzioni criminali violente nei confronti di chiunque si fosse opposto alla realizzazione concreta del suo proposito”: “Non appena loro sbagliano li ‘nfussunu (li seppellisco ndr.)”. Durante l’intercettata conversazione sarebbe stata affermata, ancora una volta, la ferma determinazione – ricostruisce il gip – ad agire con violenza. E lo avrebbe fatto utilizzando queste parole: “E ora, ora a questo gli dobbiamo insegnare com’è che si sta sulla terra, perché se non ci vuole stare, questa è l’ora giusta .. nessuno è intoccabile”.

Toni ed espressione minacciose che Migliara (finito appunto ai domiciliari così come Giuseppe e Filippo Freddoneve, rispettivamente di 34 e 59 anni) avrebbe usato anche con uno degli imprenditori del servizio di igiene ambientale al quale era stato chiesto, e richiesto, l’assunzione di un familiare: “Vedi che a Porto Empedocle ora comandiamo noi. Quindi assumendo …. problemi non ne avrai”. L’imprenditore, a questo punto, - stando alle ricostruzioni fatte nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare – bloccava, sull’applicazione Whatsapp, ogni tipo di comunicazione. Seguivano però ulteriori tentativi di interlocuzione e “Migliara inviava una serie di messaggi audio con i quali – ricostruisce sempre il gip – l’indagato si mostrava particolarmente contrariato ed offeso”. Il 13 marzo del 2022 – è stato ricostruito grazie all’inchiesta della Squadra Mobile, che è coordinata dal vice questore aggiunto Giovanni Minardi – “Migliara sollecitava, ancora una volta, l’assunzione del familiare”: “Ma se tu fai il vago … se tu fai il lavativo e sei vago nelle cose a me non mi interessa, se devi fare il tuo favore a mio .. lo fai! Se lo devi fare! Vedi che devi fare!! Io so che tu lo fai .. perché sei una persona a posto, però il tuo comportamento non mi piace, te lo dico già prima, io sono chiaro va …”. 

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