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Indagini / Porto Empedocle

Maxi rissa a colpi di spranga: dopo tre mesi scatta l'arresto per due fratelli

E’ in esecuzione di un’ordinanza emessa dal tribunale che i carabinieri hanno bloccato un trentacinquenne e un ventiduenne: uno portato in carcere, l'altro posto ai domiciliari

Uno, il più grande, è stato portato al carcere “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento. L’altro è stato invece posto ai domiciliari. E’ in esecuzione di un’ordinanza emessa dal tribunale che i carabinieri di Porto Empedocle hanno arrestato i fratelli Cristian e Bruno Pagliaro, rispettivamente di 35 e 22 anni. Le misure sono state disposte nell’ambito dell’inchiesta su quanto avvenne, nel quartiere degli Indiani, di fronte la cementeria, nei pressi della strada statale 115 che taglia in due la città marinara, lo scorso 13 marzo.

Allora, per “futili motivi” – così vennero definiti dagli stessi investigatori – si innescò una rissa, a colpi di spranga, fra quattro empedoclini. Due rimasero feriti e vennero portati all’ospedale “San Giovanni di Dio” dove i medici, ad uno, hanno diagnosticato un brutto trauma cranico. Tutti e quattro, due coppie di fratelli, già a metà dello scorso marzo, vennero denunciati, proprio dai carabinieri della stazione di Porto Empedocle, alla Procura della Repubblica.

Maxi rissa a colpi di spranga: due uomini in ospedale, quattro i denunciati

A “scontrarsi”, a cazzotti e pedate prima e poi appunto a colpi di spranga, furono quattro uomini di 28, 26, 35 e 22 anni. Due coppie di fratelli che, in quell’occasione, se le sono date di santa ragione, utilizzando anche quello che hanno trovato – una spranga appunto – a portata di mano. Ad intervenire, mettendo fine al tafferuglio ed evitando che avesse conseguenze ben peggiori, furono i militari dell’Arma che non appena ricevuta la segnalazione, senza perdere neanche un secondo, si precipitarono nel quartiere degli Indiani. I due rimasti feriti vennero subito accompagnati, con ambulanza del 118, al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento dove i medici, ad uno, diagnosticaticarono un brutto trauma cranico. L’empedoclino, in pratica, si era preso un colpo di spranga in testa. Non risultò essere, per sua fortuna, in pericolo di vita. I carabinieri, già quel 13 marzo, provarono a ricostruire cosa effettivamente avesse innescato la scintilla iniziale della baruffa.

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