Rigassificatore, esclusa l'aggravante d'aver agevolato la mafia
Il Gip di Palermo, su richiesta della stessa Dda, ha deciso l'archiviazione parziale dell'inchiesta. Adesso dell'indagine si occuperà la Procura di Agrigento
L'aggravante d'agevolato la mafia è stata esclusa. Il Gip di Palermo, Alessia Geraci, ha deciso l'archiviazione parziale dell'inchiesta con riferimento all'aggravante. A richiederlo erano stati gli stessi Pm Geri Ferrara ed Emanuele Ravaglioli. Adesso dell'inchiesta sul rigassificatore di Porto Empedocle si occuperà la Procura di Agrigento.
Il Gip, nei mesi scorsi, aveva respinto dieci richieste di arresto e un provvedimento cautelare minore. Tre le ipotesi di accusa che, però, non hanno trovato la conferma: frode nelle pubbliche forniture, intestazione fittizia di beni e violazione di sigilli. Tutti i reati erano aggravati dall'avere agevolato la mafia. Sotto accusa undici persone fra vertici dell' Enel e responsabili di imprese.
Secondo la Dda sarebbe stato usato del materiale roccioso scadente per realizzare una scogliera di contenimento nell'ambito delle opere preliminari alla costruzione dell'impianto. Contestata, inoltre, una cessione fittizia delle quote societarie per aggirare gli effetti di un'interdittiva antimafia e la violazione dei sigilli del cantiere sequestrato per prelevare dei materiali.
L'indagine era nata dopo le dichiarazioni dell'ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara, che aveva riferito di una maxi tangente.