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Cronaca Porto Empedocle

Riciclaggio di moto rubate, un'assoluzione e una condanna ridotta in appello

Fra gli scooter "taroccati" ci sarebbe stato quello del 25enne Giuseppe Adorno, ucciso nel 2009: l'inchiesta ha escluso un collegamento fra il furto e l'omicidio

Una condanna leggermente ridotta e un'assoluzione: i giudici della quarta sezione della Corte di appello, presieduta da Luciana Caselli, modificano il verdetto emesso un anno e mezzo fa dal tribunale di Agrigento nei confronti di Giuseppe Romeo, 28 anni e Giovanni Cipolla, 30 anni, entrambi di Porto Empedocle finiti a processo per le accuse di riciclaggio.

Il loro arresto era scattato il 22 marzo del 2012 dopo che i poliziotti del commissariato, raccogliendo la testimonianza di un giovane, che aveva notato Cipolla in sella a una moto che somigliava parecchio a quella che gli era stata rubata, erano andati a controllare un garage in contrada Ciuccafa, a Porto Empedocle. 

I due empedoclini erano accusati del riciclaggio di due scooter rubati, uno dei quali peraltro di proprietà di Giuseppe Adorno, trovato cadavere nelle campagne di Montaperto nel settembre 2009 a distanza di alcune settimane dalla scomparsa. I due, insieme a un loro amico poi risultato estraneo ai fatti, vennero sorpresi in contrada Ciuccafa, alle prese con lo smontaggio di una moto rubata ad Agrigento con la finalità di occultarne, modificando la targa, la provenienza furtiva.

Poco dopo, durante una perquisizione in un casolare della zona in uso a Cipolla, c’era un’altra moto rubata sempre ad Agrigento e una terza motocicletta senza targa e con la matricola abrasa. A seguito di accertamenti della Scientifica, la polizia è riuscita a risalire al proprietario della moto Yamaha: si trattava di Giuseppe Adorno, il venticinquenne ucciso nel 2009.

Le indagini hanno escluso fin da subito qualsiasi tipo di collegamento fra il furto, i cui autori non sono stati individuati, e il fatto di sangue. In primo grado erano stati condannati a tre anni di reclusione oltre al pagamento di un multa di 3500 euro. 

La Corte, accogliendo l'appello dei difensori (Romeo è stato assistito dall'avvocato Vincenza Gaziano, Cipolla da Salvatore Collura) ha ridotto a un anno, 10 mesi e 15 giorni la pena a Cipolla, in seguito alla riqualificazione dell'accusa in ricettazione mentre ha assolto Romeo "per non avere commesso il fatto".

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