Porto Empedocle, la prefettura ordina lo "sgombero" del centro d'accoglienza
Lo stabile non è stato dichiarato idoneo per accogliere i minori. A mancare sarebbero i requisiti legati alla sicurezza contro gli incendi
Il centro per migranti di Porto Empedocle cambia sede. La prefettura di Agrigento, a pochi giorni dalla grande protesta organizzata in città, ha infatti ordinato lo "sgombero" dello stabile che si trova a pochi passi dalla via Roma a causa della scarsa sicurezza. La struttura, che aveva ricevuto parere positivo dagli uffici comunali, non è stata dichiarata idonea ai requisiti oggi richiesti per i centri d'accoglienza. Alla base della decisione che impone lo spostamento o la messa in regola del centro d'accoglienza, ci sarebbe il non rispetto delle norme antincendio all'interno dell'edificio.
La "marcia" dei commercianti si terrà il 9 settembre
Nella giornata di sabato è quindi arrivata la decisione che accoglie le pressioni fatte dal sindaco Ida Carmina, la prima a sposare la protesta dei commercianti: "Sicuramente le mie osservazioni sono state recepite - spiega il primo cittadino di Porto Empedocle - non è questo il modo di fare accoglienza, non si fa sulle spalle dei giovani. Così è una guerra tra poveri, bisogna cambiare le legge, che non è aggiornata per questi flussi così grandi".
Il sindaco: "I migranti vanno portati in Val d'Aosta"
"Va riguardato tutto il sistema - continua il sindaco - coinvolgendo le istituzioni e tutte le nazioni, perché queste situazioni portano ad una doppia sofferenza, quella dei migranti che arrivano qui e quella dei cittadini. La struttura si presta poco a questa attività, se fosse accaduto un incendio c'erano diversi punti sensibili. Giustizia è stata fatta, sia per i giovani migranti che rischiavano la vita che per i cittadini che abitano nella zona. Io non dormivo la notte al pensiero che potesse succedere qualcosa. Questo accade nel giorno di San Calogero, io lo vedo come un segno, ha voluto potreggere la città e gli stessi migranti".
I commercianti fanno sapere comunque che la protesta di sabato 9 settembre resta confermata, nonostante la decisione che rappresenta un punto a loro favore ma che non risolve ancora la questione in modo definitivo.
