"Maltrattò la moglie ma non la violentò", condannato quarantenne
I giudici della prima sezione penale hanno inflitto un anno e quattro mesi di reclusione all'uomo
Condanna a un anno e quattro mesi per l’accusa di maltrattamenti e assoluzione “perché il fatto non sussiste” per quella di violenza sessuale. È questa la decisione dei giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, con a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, che ieri mattina hanno emesso la sentenza nei confronti di un quarantenne di Porto Empedocle finito a processo sulla base delle denunce della moglie.
L’accusa nei suoi confronti ha retto a metà perché è stata ritenuta insussistente l’imputazione di violenza sessuale. Il pubblico ministero Antonella Pandolfi, all’udienza precedente, aveva chiesto la condanna dell’imputato per tutte le accuse a tre anni di reclusione. Uno degli episodi più gravi, comunque esclusi, è un approccio sessuale violento che l’imputato avrebbe avuto nei confronti della moglie. “Ha cercato di spogliarla con violenza per avere un rapporto sessuale contro la sua volontà”.
Questa accusa è stata ritenuta insussistente.
I fatti al centro del processo risalgono al 2014. L’inchiesta scaturisce dalle denunce della donna. I giudici hanno stabilito anche la condanna dell’imputato a risarcire l’ex moglie che si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Rosa Salvago.
Il difensore dell’imputato, l’avvocato Raimondo Tripodo, invece, aveva sottolineato “l’assoluta contraddittorietà del racconto della vittima tanto che i servizi sociali, che in una circostanza sono stati attivati dai carabinieri per occuparsi della vicenda, hanno archiviato il caso con delle relazioni positive”.