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Cronaca Porto Empedocle

Accusata di fare prostituire la figlia minorenne, testi in aula sminuiscono

L'imputata è una donna 48enne, i "clienti" della ragazzina: "Solo rapporti occasionali in cambio di piccole regalie"

“Solo alcuni rapporti occasionali, in cambio di piccole regalie, ma non c’è stato mai un vero e proprio accordo con l’imputata per avere delle prestazioni sessuali a pagamento con la figlia”.

Due testi confermano in parte, seppure tentando di sminuire, le accuse che hanno fatto finire a processo, con l’accusa di sfruttamento aggravato della prostituzione, una donna quarantottenne di Porto Empedocle, imputata di avere fatto prostituire la figlia che all’epoca dei fatti era minorenne. Il processo, dopo il trasferimento ad un altro ufficio del magistrato Luisa Turco, è ripartito davanti ai giudici della seconda sezione penale presieduta da Wilma Angela Mazzara.

Ieri mattina sono stati sentiti due testi, citati dal pubblico ministero Chiara Bisso. La donna, difesa dall’avvocato Daniele Re, è accusata di avere introdotto la propria figlia nel "mercato del sesso" con un tariffario che prevedeva prestazioni da 30 a 50 euro. E a prendere gli appuntamenti telefonici con i clienti, facendosi poi consegnare il denaro dalla giovane, - secondo l'accusa - sarebbe stata proprio la madre della ragazza. 
 

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