rotate-mobile
Giovedì, 1 Giugno 2023
Cronaca Porto Empedocle

Caso centro d'accoglienza, la coop: "Tutto è in regola, dal sindaco solo stereotipi"

Il complesso "Terraferma" si fa sentire attraverso una nota ed accusa Ida Carmina: "E difficile a credersi, leggere e sentire queste cose nel 2017"

Dopo le polemiche seguite all’apertura del centro di accoglienza a pochi passi dal centro di Porto Empedocle, parla per la prima vola la cooperativa “Il Delfino” che gestisce il centro d’accoglienza per di via Genuardi. “Il centro -  si legge nella nota-  è regolarmente accreditato presso tale assessorato.  Ciò significa che possiede gli standard strutturali e qualitativi per la gestione di tali progetti. Tale ovvia deduzione è stata completamente ignorata dal sindaco empedoclino che, all’arrivo dei minori provenienti direttamente da uno sbarco ad Augusta, si è fatta trovare davanti il portone della struttura con tanto di fascia tricolore non per accogliere ma per protestare contro questa apertura e lanciare accuse e illazioni che lasciano solo intendere l’approssimazione e l’incompetenza di una politica fatta solo di luoghi comuni e scarsa competenza.

La cooperativa parla anche dell’ormai celeberrimo “blitz” di Ferragosto: “Il sindaco accusa l’ente di blitz a sorpresa la vigilia di Ferragosto con i 43 minori ospitati ignorando che, al fine di ottenere un accreditamento regionale per la gestione di questa tipologia di strutture occorre un iter di circa 6 mesi, e durante tale periodo occorrono dei passaggi fondamentali di perizie e autorizzazioni che coinvolgono due istituzioni fondamentali da parte dell’Asp dal comune. E dopo tale iter l’assessorato regionale rilascia il decreto di funzionamento che, sempre per dovere di cronaca, è reso pubblico e per tale struttura è stato rilasciato il 10 luglio 2017”.

Il comunicato si sposta adesso sulle accuse rivolte al centro da sindaco e commercianti: “Le accuse continuano adducendo all’apertura una minaccia se non addirittura la distruzione dell’economia empedoclina. Minaccia al turismo perché la struttura si trova in pieno centro commerciale: e lì veramente si cade nell’amarezza più profonda perché entrano in gioco vissuti di esclusione che fanno piombare il nostro paese in un’arretratezza se non meschina cultura  razziale per cui i neri minacciano l’economia e il turista che arriva a Porto Empedocle scappa dal paese perché si sente in pericolo o perché vede persone che non hanno la sua stessa pelle. Ma, per rincarare la dose, ciò che preoccupa il primo cittadino è che il centro darà problemi di ordine pubblico e alla sicurezza del paese: ma se erano 43 minori italiani che scappavano dalle loro famiglie perché violentati, minacciati e senza un futuro, avrebbe detto la stessa cosa?”

“È difficile a credersi –continua ancora la nota - ma nel 2017 leggere e sentire aleggiare solo stereotipi di tale stampo fa veramente paura, perché ci fa comprendere come chi ci rappresenta, e quindi fa scelte per noi, ci orienterà sempre di più verso dinamiche non di sviluppo ma di autodistruzione. Sì perché se si fa un’attenta analisi basta leggere e documentarsi per comprendere che il fenomeno migratorio accompagna l’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra. Il centro “Terraferma”, prevede un’accoglienza emancipante applicando  un modello educativo che ha sviluppato in anni di esperienza nel settore, e che già ha portato risultati validi e riconosciuti dalle Istituzioni che scardinano una concezione malaffaristica di fare accoglienza”.

"Non si può essere struzzi e dire che i migranti sono un business – si conclude la nota del centro “Terraferma” quando, di fronte a un fenomeno antropologico, la storia insegna che si deve solo riflettere e cercare strategie giuste che vedono nel migrante non l’estraneo, il diverso, ma una risorsa.  Ed è questa l’aria che si respira a “Terraferma”, una struttura accogliente e soleggiata di 3 piani in pieno centro: e già solamente questo lascia presagire che i minori migranti non sono di serie B, per cui vanno ghettizzati nelle periferie, ma vengono accolti rispettandone dignità cultura e vissuti. L’equipe giovane è fatta di operatori preparati e formati con tanto di titolo, che si mettono in gioco con la loro professionalità e che quindi a loro volta hanno avuto una possibilità per rimanere in Sicilia, e forniscono con il loro lavoro strumenti educativi di crescita, che consentano ai minori stranieri di rendersi autonomi e cercare di realizzare ciò per cui sono partiti. Vedere nei volti di questi ragazzi la speranza e la voglia di futuro è l’unico metro che dovrebbe orientare la politica stessa a prendere atto di un fenomeno sociale, di non negarlo con la repulsione ma di cercare di trovare metodi e strumenti utili per gestirlo, educando la cittadinanza a vederne le risorse piuttosto che i vincoli”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso centro d'accoglienza, la coop: "Tutto è in regola, dal sindaco solo stereotipi"

AgrigentoNotizie è in caricamento