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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Porto Empedocle

"Pure il bilancio del 2014 fu falsificato", ex sindaco e revisori davanti ai giudici

La Procura insiste e torna a chiedere il rinvio a giudizio di Calogero Firetto, dell'ex dirigente dei servizi finanziari del Comune di Porto Empedocle, Salvatore Alesci, e dei revisori dei conti Enrico Fiannaca ed Ezio Veneziano. Fissata l'udienza

Riparte, davanti ai giudici della seconda sezione penale della Corte di appello, il procedimento a carico dell'ex sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto, e altri tre imputati dell'inchiesta sulla presunta falsificazione dei bilanci del Comune che sarebbe stata compiuta, sostiene l'accusa, per fare in modo che non scattasse la scure del patto di stabilità. 

"L'importo di 756mila euro, inserito nel saldo finanziario del marzo del 2015, è illegittimo perchè faceva riferimento a un importo non esigibile". Il pubblico ministero Chiara Bisso insiste e chiede, quindi, un processo bis.

Il giudice Alessandra Vella, lo scorso 11 novembre, al termine di un'udienza preliminare molto complessa, ha disposto l'approfondimento dibattimentale per l'ex sindaco di Porto Empedocle (nonchè di Agrigento fino allo scorso 19 ottobre, quando non è stato confermato perdendo al ballottaggio con lo sfidante Franco Miccichè) Calogero Firetto, l'ex dirigente dei servizi finanziari dell'ente Salvatore Alesci e quattro revisori dei conti: Francesco Maria Coppa, Rosetta Prato, Carmelo Presti ed Enrico Fiannaca. Il solo Ezio Veneziano, revisore dei conti per l'anno 2014, è stato prosciolto.

Il gup ha rigettato la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti come per gli altri imputati ai quali si contestava la stessa accusa per quell'arco temporale. Il pm, adesso, contesta questa parte della sentenza e chiede alla Corte di appello di disporre il nuovo rinvio a giudizio di Firetto, Alesci, Fiannaca e Veneziano.

"La sentenza - scrive il pubblico ministero Chiara Bisso - è illogica e contraddittoria, è stato inserito nel saldo finanziario un importo di 756mila euro che non andava calcolato perchè si trattava di un importo non esigibile".

L’inchiesta scaturisce da alcuni accertamenti della Guardia di Finanza. Sono quattro le ipotesi di falso in atto pubblico che venivano contestate a Firetto e si riferiscono alle attestazioni fatte nei bilanci che, in sostanza, sarebbero stati “gonfiati”, dal 2011 al 2014, inserendo fra le entrate la somma pagata dall’Enel a titolo di misure compensative per la realizzazione del rigassificatore, per fare in modo che venisse occultato un buco di circa 3 milioni di euro, evitando di incappare nelle sanzioni previste dalla legge per i Comuni che non rispettano il Patto di stabilità.

La certificazione è stata redatta anche da sei commercialisti che hanno composto, in quegli anni, i collegi dei revisori dei conti. Il giudice ha disposto il non luogo a procedere, per il solo Alesci, con riferimento al bilancio del 2011: la difesa ha documentato che, quando fu redatto il bilancio, non era a capo del settore finanziario.

Proscioglimento per quattro imputati, in relazione all'attestazione del bilancio 2014-2015. Veneziano rispondeva solo di questa accusa e, di conseguenza, non è finito a processo. Per le altre ipotesi di reato è stato deciso il rinvio a giudizio degli altri, compreso di Alesci. La Procura, adesso, chiede un rinvio a giudizio bis per il bilancio del 2014.

Il procedimento davanti alla Corte di appello - nel quale saranno assistiti dagli avvocati Salvatore Pennica, Angelo Farruggia, Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano, Antonino Reina e Giovanni Gallo Afflitto - è stato fissato a distanza di un anno esatto dalla sentenza del gup, ovvero l'11 novembre. 

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