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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Porto Empedocle

L'agguato al porto per ragioni passionali, l'esame del video: "Ecco come è stato accerchiato"

Il consulente del pm ricostruisce in aula le immagini degli impianti di videosorveglianza: nelle immagini si vede un secondo killer

Due killer che arrivano da direzioni opposte: uno a bordo di un'auto e l'altro in sella a una moto. La vittima designata viene accerchiata e diventa bersaglio dei colpi di arma da fuoco. Solo la sua prontezza, che le consente di fuggire e nascondersi sotto un furgone, le salva la vita. 

A descrivere la scena è stato il consulente della Procura che ha esaminato i filmati della videosorveglianza che hanno ripreso, seppure in parte e con una qualità abbastanza scadente, l'agguato ai danni di un noto pregiudicato di Porto Empedocle.

Il processo, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato, è quello a carico del pescivendolo Giovanni Tuttolomondo, 49 anni, cognato di Libertino Vasile Cozzo, 42 anni, destinatario - sostiene l’accusa - dei colpi di arma da fuoco dell’imputato esplosi al porto empedoclino.

Tuttolomondo, difeso dall'avvocato Salvatore Pennica, è accusato di avere sparato otto colpi di pistola per uccidere il cognato col quale erano sorti contrasti di natura passionale. Ad agire sarebbero stati in due ma il secondo killer non è stato mai individuato. Una ricostruzione che è stata confermata in aula dal consulente della Procura. "Si vede chiaramente una moto - ha detto - arrivare da una direzione e un'auto dall'altra, un uomo si trova in mezzo e tenta di fuggire". 

Quello che le immagini non mostrano è la sparatoria vera e propria. Vasile Cozzo (parte civile con l'assistenza dell'avvocato Raimondo Tripodo) fa subito il nome del cognato Tuttolomondo con cui, in quel periodo, erano sorti dei contrasti di natura sentimentale. Sarebbe lui l'uomo a bordo della moto. 

L’agguato è scattato nella notte fra il 4 e il 5 aprile del 2013 sulla banchina del porto empedoclino dove Vasile Cozzo aveva un magazzino in cui depositava il pesce. La vittima riuscì a nascondersi sotto un furgone salvandosi. 

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