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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Fra indennizzi mancati e istanze di risarcimento, ecco il futuro del polo universitario

Di Maida: "Se avessimo disponibilità dei 7 milioni che ci spettano potremmo programmare al meglio, invece siamo chiamati a difenderci davanti al Tar per respingere la richiesta di 9 milioni avanzata dall'Unipa"

Ha diritto ad un indennizzo di 7 milioni di euro per l'anno accademico 2016. Dovrà però difendersi, davanti al Tar, per una richiesta - avanzata dall'università di Palermo - di oltre 9 milioni. Il futuro del polo universitario di Agrigento sembra essere legato, a doppio nodo, esclusivamente, ad una questione di soldi.

L’università di Palermo, per l’anno accademico 2016, secondo i parametri di un decreto interministeriale del 2014 che tra le varie voci prevede i costi di docenza e didattica, ha ricevuto 7.281 euro per ogni studente in corso. Considerando che gli studenti in corso, iscritti al polo di Agrigento, sono 1.024 i conti sono pressoché fatti. Cifre importanti che permetterebbero la salvezza del polo, alle quali poi bisogna sommare le tasse degli studenti - in corso e fuori corso - ed i contributi di partecipazione versati dagli enti consorziati.

A denunciare questa situazione è il vicepresidente del polo universitario Giovanni Di Maida che afferma: “Ho cercato più volte di interloquire con i vertici dell’università di Palermo per capire quali siano i costi complessivi di gestione e che fine abbiano fatto queste somme, ma il mio appello è rimasto sempre inascoltato”. Il costo complessivo di un corso di laurea magistrale è di 1.067.000 euro, cifra alla quale il Cupa partecipa al 35 per cento, versando dunque annualmente 373.000 euro; mentre per un corso di laurea triennale il Cupa sborsa 224.000 euro a fronte di 640.000 complessivi. 

Se avessimo disponibilità dei 7 milioni che ci spettano – dichiara Di Maida – potremmo programmare al meglio il futuro del Cupa senza dover ricorrere ogni anno a salvataggi in extremis, ma viene spontaneo chiedersi che fine abbiano fatto e come siano stati investiti i soldi che il Miur ha destinato a Palermo, negli anni in cui il Cupa aveva oltre cinquemila studenti e dodici corsi di laurea attivi. Alla luce di queste cifre il paradosso è che, il prossimo 24 febbraio, - aggiunge - saremo chiamati a difenderci davanti al Tar per respingere la richiesta di oltre nove milioni di euro avanzata da Unipa nei nostri confronti per il pagamento dei docenti incardinati. Una pretesa assurda visto che, già col precedente consiglio d’amministrazione, avevo chiesto a Palermo di fornire nome e cognome di tutti i docenti incardinati destinati ad Agrigento, perché non è possibile che di 64 titolari di cattedra, soltanto 21 vengano qui a svolgere servizio, costringendoci a chiamare e pagare per le supplenze. Ragion per cui – afferma Di Maida - il 24 febbraio chiederemo al Tar di aver riconosciuto un risarcimento danni per questo comportamento scandaloso da parte di Unipa”.

Il vicepresidente del polo di Agrigento non esclude che nel futuro, saldati i contenziosi economici con Palermo, si possa valutare l’ipotesi di una convenzione con altri atenei per garantire condizioni più vantaggiose, come avviene già per il CUMI di Priolo che riceve dall’università di Messina l’80 per cento delle tasse degli studenti iscritti al distaccamento siracusano.

Sempre da Palermo giungono notizie poco rassicuranti per il polo universitario di Agrigento. L’articolo 9 della Finanziaria regionale prevede infatti un taglio sensibile delle somme destinate ai consorzi universitari. Secondo il decreto regionale inoltre, per avere accesso al milione di euro di finanziamento, le sedi distaccate dovrebbero rinunciare ai contenziosi economici in corso con l’ateneo di dipendenza.

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