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Criminalità / Licata

Aggredito, picchiato e derubato: 59enne finisce al pronto soccorso

L'uomo, picchiato selvaggiamente, guarirà in circa otto giorni, tempo necessario per fare assorbire tutte le contusioni che ha riportato. Indagano i carabinieri

Aggredito, picchiato e derubato. Sembra avere le stesse, identiche, caratteristiche della rapina messa a segno a metà ottobre scorso quanto è avvenuto sabato sempre alla stazione ferroviaria di Licata. Un cinquantanovenne, senza fissa dimora, è stato, durante la notte, avvicinato e picchiato da un extracomunitario che è riuscito a portargli via il borsello contenente il bancomat del reddito di cittadinanza, il libretto postale e 200 euro in contanti. +

Arraffato il bottino, l’immigrato è scappato a gambe levate, senza lasciarsi tracce alle spalle. Ad intervenire in corso Roma, nell’area di pertinenza della stazione ferroviaria, sono stati i carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile. Militari dell’Arma che hanno raccolto l’Sos arrivato dalla stessa vittima della rapina. L’uomo, un licatese, è stato subito soccorso dai sanitari del 118 e trasferito all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” dove i medici lo hanno, naturalmente, subito sottoposto a tutti gli accertamenti sanitari ritenuti necessari. Otto i giorni di prognosi che gli sono stati diagnosticati. Tempo necessario per guarire da tutte le contusioni che ha riportato a causa dell’aggressione.

I carabinieri hanno subito, già nottetempo, avviato le indagini che sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento. L’area dove si è consumata la rapina non è risultata essere però, purtroppo, coperta da nessun impianto di videosorveglianza. Le telecamere avrebbero potuto naturalmente dare un grosso input all’inchiesta.

A metà dello scorso mese, un marocchino quarantatreenne, residente a Licata, venne preso a colpi di bottiglia di vetro e rapinato dei soldi che aveva nel portafogli, circa 300 euro, del telefono cellulare e della felpa che indossava. A presentarsi al commissariato di polizia, nonostante fosse ubriaca, fu la stessa vittima di quella precedente rapina. Stando proprio ai racconti dell’immigrato quarantatreenne, quel colpo avvenne nei locali della stazione ferroviaria e fu messa a segno da un connazionale. La vittima pare che, allora, avesse fatto anche il nome, o forse il soprannome, del suo aggressore. Non c’è naturalmente nessuna certezza sul fatto che i due episodi siano correlabili, ossia che il rapinatore sia sempre lo stesso. Spetterà a polizia e carabinieri, che si stanno occupando dei due diversi episodi di criminalità, stabilire se, appunto, il delinquente che ha colpito nelle due diverse occasioni sia sempre lo stesso o meno. 

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