A Poco più di ventiquattro ore dalla tragedia di Lampedusa, nemmeno ancora conclusa, si alza un grido comune: "Candidiamo Lampedusa al Nobel per la pace".

A lanciare l'idea il giornalista Fabrizio Gatti. Sulla stessa scia anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano: "Dobbiamo promuovere questa idea, farla conoscere al mondo, - ha detto il capo del Viminale - dobbiamo fare una grande battaglia per fare sì che accada".

"La piccola-grande isola di Lampedusa, che in queste ore vive l’ennesimo dramma dell’immigrazione, - ha detto il giornalista Gatti - merita il premio Nobel per la pace. L’Espresso sposa questa causa, se ne fa interprete, si batterà perché la candidatura diventi realtà. Abbiamo tempo fino a febbraio 2014 per raccogliere e presentare le firme. Mi auguro che l’idea conquisti l’appoggio delle istituzioni, del mondo politico, degli intellettuali e soprattutto dei cittadini ai quali chiediamo di firmare il nostro appello”.

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Della stessa idea, un lettore del Corriere della Sera, che non ha esitato a chiamare la redazione del quotidiano: "Ci penso da stamattina: diamogli il Nobel, il Nobel per la pace. Non si può restare fermi, indifferenti davanti alle grida disperate di uomini e donne scaricati in un pozzo di disumanità. Non basta piangere, indignarsi, continuare a chiedere che cosa si può fare per fermare l’orrore dei barconi che ci sprofonda nella vergogna, come ha detto papa Francesco”.

Che questa truce tragedia sia stata la “goccia” che ha fatto traboccare il vaso? Che abbia veramente e tristemente smosso l'animo comune, affinchè si compia un'azione concreta? La candidatura al Nobel per l'isola, inoltre, non è una novità: nel luglio 2013, infatti, l'Avvenire aveva lanciato l'idea, alla luce della visita di Papa Francesco ai cittadini e agli immigrati dell'isola.