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"Le parole si logorano come gli indumenti": l'arcivescovo richiama la comunità a "fuggire il male e fare il bene"

Monsignor Alessandro Damiano: "Sarà Pasqua, nelle nostre relazioni, nella misura in cui i credenti agiscano con azioni di riconciliazione e perdono"

“Si suole fare gli auguri di buona Pasqua, così come d'altro canto si usa fare gli auguri di buon Natale e per le tante altre occasioni. Le parole seguono, a mio avviso, la sorte degli indumenti che si logorano e diventano un'abitudine. Augurarsi buona Pasqua potrebbe non significare niente, perché sarà Pasqua nelle nostre relazioni, nella misura in cui i credenti, come segno e come seme che porta frutto, agendo essi da risorti ponendo azioni vivificanti, che sono quelle di riconciliazione, di perdono fatte anche di atteggiamenti semplici: riparare un rancore, anche uno solo. Interrogarci se abbiamo tolto il saluto a qualcuno  e restituirlo, solo allora sarà Pasqua altrimenti sarà solo una grande operazione commerciale. Per il credente bisogna porsi in ascolto di quella voce di Dio che sempre dice fuggi il male, fai il bene. Buona Pasqua!”. Queste sono le parole pronunciate nella sala Giovanni Paolo II, dall'arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, in occasione del tradizionale messaggio augurale alla comunità.  Il pastore della chiesa agrigentina, si è soffermato dunque sul valore del perdono che, sull'esempio di Cristo che dalla croce ha perdonato i suoi aguzzini, dovrebbe indurre i credenti a mettere da parte qualsiasi tipo di rancore per arrivare a comprendere il vero significato della festività pasquale. 

La fredda notte del Venerdì Santo e la processione che scalda i cuori, l’arcivescovo: “Mettete da parte i rancori e sarà Pasqua”

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