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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Riforma delle pensioni, interviene lo Spi della Cgil

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

° Anche i pensionati, come i lavoratori, che hanno un reddito sino a euro 8125, non pagheranno alcuna tassazione nazionale, regionale e locale (No Tax area).

Pio Capodieci e Piero Mangione dello Spi Cgil intervengono sulle scelte del Governo Renzi:

° La 14/ma sarà aumentata del 30% ai redditi mensili sino a € 750 e sarà erogata ai pensionati con un reddito personale mensile sino a mille euro.

° La rivalutazione delle pensioni sarà riattivata con decorrenza dal gennaio 2019.

° Le ricongiunzioni assicurative saranno concretizzate senza costi per i lavoratori attraverso il calcolo differenziato per singola gestione (INPS, INPDAP, ecc).

° Per i lavoratori precoci è previsto un anticipo pensionistico con 41 anni di contributi se hanno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età e se siano disoccupati o svolgano lavori particolarmente faticosi, come per la social APE.

° Per i lavoratori usurati (edilizia, marittimi, infermieri, scavatori, facchini, macchinisti, autisti di mezzi pesanti, maestri delle scuole dell’infanzia, ecc) saranno previste agevolazioni, ancora non definite e su cui ci saranno specifiche trattative col sindacato.

°L’APE aziendale prevede un accordo tra le parti con l’assunzione  a carico dell’impresa dei costi   con un versamento all’INPS dei relativi oneri contributivi correlata alla retribuzione.

° L’APE volontaria è riservata a chi compie 63 anni e vuole andare in pensione anticipata di 3 anni  assumendo il carico di un prestito pensionistico della durata di 20 anni con una quota di interessi pari al 4,5 per ogni anno di anticipo rispetto agli anni di vecchiaia (anni 66 e 7 mesi).

°L’APE sociale è applicabile a chi ha 63 anni di età, cioè con 3 anni e 7 mesi di anticipo, qualora abbia un reddito di 1350 euro e sia in stato di disoccupazione, disabile, o con parente disabile di primo grado, o conviventi di disabili, ovvero quanti risultano impegnati in attività gravose. Con 30 anni di contributi se disoccupati o disabili, 36 anni, invece, se impegnati in attività faticose.

Tutto quanto sopra sarà sottoposto al dibattito ed al voto parlamentare, il che significa che nulla è definito.

E, poiché, il Governo ha cambiato alcuni punti dell’accordo sindacale, sarà obbligatoria la vigilanza sull’iter legislativo e sarà necessario che il sindacato incontri i Gruppi parlamentari per cercare di migliorare alcuni aspetti delle posizioni governative.

Speriamo che dopo l’esito del Referendum non ci siano colpi di coda da parte di Renzi o perché ha vinto o perché ha perso, confermando la strumentalità elettorale delle aperture alla contrattazione sindacale.

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