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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Offese a Patronaggio, sui social in molti lo chiamavano già "zecca rossa"

Il contenuto della lettera minatoria inviata al procuratore di Agrigento usa un lessico tradizionalmente della destra estrema, ma in molti su Facebook lo avevano già definito così

Dentro c'è un po' di tutto: dal settantenne arrabbiato al cittadino napoletano taggato in una foto con la divisa da carabiniere durante un matrimonio. In molti dichiarano apertamente di votare Lega Nord, altri sembrano più vicini al Movimento 5 stelle. E' l'album, colorato e preoccupante, di coloro che hanno già definito "zecca" Luigi Patronaggio, oggetto oggi di una lettera minatoria. Un aggettivo, quello riferito all'insetto parassita, che è comune negli ambienti dell'estrema destra nei confronti di coloro che sono tacciati di essere di sinistra o comunisti. Un'accusa che, già con l'avvio dell'inchiesta sulle vicende della nave "Diciotti", si iniziava a muovere al procuratore agrigentino, che per una parte del popolo dei social stava agendo nei confronti di Matteo Salvini perché mosso da motivazioni politiche. In breve Patronaggio si era trasformato nel nemico da abbattere, nell'avversario politico da fiaccare a colpi di "fake news". Memorabile quella che lo vorrebbe giovane attivista di Rifondazione comunista. Sarebbe bastato fare due conti (Rifondazione è stata creata nel 1991) per capire che non sarebbe stato possibile.

Minacce di morte e proiettile da guerra per il procuratore Patronaggio 

Eppure a quel pubblico lì interessava poco, troppo impegnato ad offendere il magistrato e a definirlo, appunto, "zecca" o "zecca rossa" ben prima della lettera oggi oggetto delle indagini della magistratura. Che la vile mano anonima che l'ha firmata sia, davvero, di estrema destra, o quella di qualcuno che sta cercando di simulare un'appartenenza politica, ovviamente, sta alla magistratura scoprirlo.

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