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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Papa Francesco come Wojtyla: "Non si può credere in Dio ed essere mafiosi"

Giovanni Paolo II, nel maggio 1993, al termine dell'omelia, lanciò il suo anatema contro la criminalità organizzata

Francesco come Wojtyla. Giovanni Paolo II, nella Valle dei Templi, nel maggio 1993, al termine dell'omelia, lanciò il suo anatema alla criminalità organizzata e ai mafiosi.

Oggi la nuova scomunica di papa Francesco: "Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione. Cambiate fratelli e sorelle, smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Se non fate questo, la vostra vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte. Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte".

L'anatema di papa Giovanni Paolo II: "Convertitevi! Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio" è riecheggiato - nella Valle dei Templi - lo scorso 9 maggio quando i vescovi siciliani - 25 anni dopo la visita di Wojtyla - hanno ripreso e rilanciato l'invito "a quanti sono invischiati nelle paludi della mafia" alla "conversione". 

"Convertitevi! Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio": nella Valle riecheggia l'anatema

Agrigento e Palermo, oggi, sembrano ancora più vicine, visceralmente unite dalle fortissime parole usate dai due pontefici. "E' stata une bella giornata, e non è solo una sensazione. E' una certezza. Il Papa ci ha riempito di messaggi e credo che quelli di stasera compendino un po' tutti - ha detto, secondo quanto riporta l'Adnkronos, l'arcivescovo di Agrigento: il cardinale Francesco Montenegro - . Sono stati avvisi, istruzioni per l'uso anche per chi ha i capelli bianchi. Il monito del Papa contro i mafiosi, definiti 'fratelli e sorelle' "è la continuazione del messaggio che fu dato anni fa da Papa Giovanni Paolo Secondo ad Agrigento contro i boss mafiosi. Il Vangelo dice sempre di considerare tutti 'fratelli e sorelle' - aggiunge l'arcivescovo Montenegro - in qualunque situazione ci si trovi. L'importante è questo cambiare".

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