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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

Uccise il cognato violento per strada a colpi di pistola, tensioni in tribunale prima dell'udienza

Una parente della vittima - Ignazio Scopelliti - inveisce contro l'imputato Raimondo Burgio: i carabinieri riportano la calma. La difesa sceglie il giudizio abbreviato

Giudizio abbreviato con due condizioni: sentire in aula la moglie e la figlia della vittima per descrivere meglio il quadro dei violenti contrasti che precedettero l'omicidio. È la strategia processuale degli avvocati Francesco Scopelliti e Giovanni Lo Monaco, difensori di Raimondo Burgio, 36 anni, di Palma di Montechiaro, fermato dai carabinieri il primo novembre del 2018 con l’accusa di avere ucciso, poco prima, il cognato Ignazio Scopelliti, 45 anni.

Burgio è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione. L'omicidio, a colpi di pistola, sarebbe maturato in un contesto di violenze domestiche: Scopelliti, secondo quanto è stato ricostruito, avrebbe picchiato ripetutamente la moglie, sorella di Burgio. “Temevo fosse armato e potesse uccidermi o fare del male a mia madre - aveva detto al giudice -, un amico mi aveva rivelato che diceva di avere sempre un coltello con sé e che lo avrebbe usato per uccidere mia sorella. Lo avevamo denunciato tante volte, era diventato un incubo.

Quella mattina – aveva aggiunto – sono andato a comprare la frutta e al rientro ho visto mio cognato Ignazio, davanti alla porta, per strada, che parlava con mia madre. Ho avuto paura e gli ho detto di andarsene. Lui si è avvicinato, mi ha minacciato e io ho fatto fuoco”.

L'udienza, che si è celebrata questa mattina davanti al giudice Francesco Provenzano, è stata preceduta da una violenta aggressione verbale da parte di una donna, parente della vittima, all'indirizzo dell'imputato che è libero per decorrenza dei termini (col solo obbligo di firma una volta alla settimana) ed è venuto in tribunale ad assistere al procedimento. I carabinieri, sentite le grida, sono intervenuti per riportare la calma e tutto si è ricomposto in pochi minuti senza strascichi.

La difesa, fra le altre cose, ha prodotto, inoltre, una consulenza psicologica che confermerebbe il forte stress dell'imputato precedente all'omicidio e altri elementi (messaggi e video ripresi col cellulare) che proverebbero l'assenza di premeditazione. 

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