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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

Studenti disabili abbandonati a scuola, poliziotto in aula: "Ecco come partì l'indagine"

L'accusa, per la dirigente e tre insegnanti di sostegno, è di maltrattamenti. Il sostituto commissario: "Collocate le telecamere in incognito dopo la denuncia di un genitore"

"Nel marzo del 2018 abbiamo ricevuto la denuncia del padre di un ragazzino con problemi psichici che frequentava la scuola, su whatsapp gli erano arrivati dei video che immortalavano il figlio all'interno della scuola mentre dormiva su un materasso o giocava con un videogame".

Il sostituto commissario Maurizio Carusotto, in servizio al commissariato di Palma, ha raccontato in aula le prime battute dell'indagine che ha fatto finire a processo una preside e tre insegnanti di sostegno con l'accusa - qualificata come maltrattamenti - di avere abbandonato tre studenti disabili senza impartire loro alcuna attività didattica. Davanti al giudice monocratico Antonio Genna, sono comparsi ieri, per la prima udienza del dibattimento, Laura Carmen Sanfilippo, 52 anni, dirigente dell’istituto “Tomasi di Lampedusa” di Palma di Montechiaro e gli insegnanti di sostegno Vincenzo Fontana, 60 anni; Giuseppina Clementi, 53 anni e Lillo Quinto Marino, 58 anni.

"Dopo avere raccolto la denuncia - ha aggiunto rispondendo al pm Roberto Gambina - siamo stati autorizzati dalla Procura a collocare delle videocamere in incognito". Il poliziotto rivela poi che l'indagine si allargò ad altri due minori. "Dall'esame dei video abbiamo avuto la conferma che venivano posti in un'aula senza fare nulla. Se venivano percossi? Assolutamente no - risponde -, anzi venivano trattati benissimo".

Il poliziotto ha aggiunto che, durante la visione dei video, ha assistito in diretta "a quello che mi è sembrato un attacco epilettico da parte di uno dei ragazzini". Carusotto ha poi risposto alle domande dei difensori, gli avvocati Daniela Posante, Santo Lucia e Francesco Scopelliti. La difesa sostiene, fra le altre cose, che i videogame con cui giocavano i bambini avessero una specifica valenza didattica. "Non abbiamo accertato questa circostanza", ha risposto il poliziotto

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