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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tribunale / Palma di Montechiaro

Spara ai genitori e uccide passante a colpi di pistola per uno sguardo "minaccioso": perizia psichiatrica per l'imputato

Angelo Incardona avrebbe assassinato, con 12 colpi di pistola, Lillo Saito, dopo averlo incrociato sulla sua vettura. Poco prima aveva esploso dei colpi all'indirizzo del padre e della madre colpendoli a un braccio e a una mano. Il giudice dispone accertamenti sulla capacità di intendere e volere

Ucciso per uno sguardo di troppo. Prima spara ai propri genitori esplodendogli addosso alcuni colpi di pistola e ferendoli agli arti superiori (frattura al braccio per la madre, al dito per il padre), poi va in piazza e scarica 12 proiettili all'indirizzo del 66enne Lillo Saito, "reo" di averlo guardato in maniera minacciosa.

Un duplice gesto, avvenuto undici mesi esatti fa, particolarmente plateale e insensato che gli inquirenti non hanno mai messo a fuoco e su cui il giudice adesso, sollecitato dalla difesa dell'imputato, vuole provare a fare chiarezza con una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere.

Sotto accusa Angelo Incardona, 44 anni, accusato di omicidio aggravato, lesioni personali e porto in luogo pubblico di pistola con matricola abrasa. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò.

Il difensore, l'avvocato Calogero Li Calzi, non potrà chiedere il giudizio abbreviato perchè è stato abolito da quattro anni nei casi di omicidio con aggravante. All'apertura dell'udienza preliminare ha chiesto, invece, una perizia psichiatrica per accertare se l'imputato è capace di intendere e volere e se è in grado di partecipare al processo. 

Il giudice dell'udienza preliminare Stefano Zammuto ha accolto la richiesta e ha rinviato il procedimento di sette giorni per nominare un perito che possa fare luce sulle sue condizioni psichiatriche.

I familiari della vittima, intanto, si sono costituiti parte civile con l'assistenza dell'avvocato Calogero Meli. Incardona, che aveva alle spalle dei precedenti per armi e tentato omicidio, lo scorso 10 febbraio, subito dopo avere commesso l'omicidio, per strada, in piazza Provenzani, a Palma, ha preso l'auto ed è arrivato ad Agrigento, al comando provinciale dei carabinieri dove si è costituito e ha confessato di avere sparato a braccio, volto e testa di Saito, commerciante ambulante di gelati, che era appena salito nella sua auto posteggiata accanto a un marciapiede. Il killer, invece, sarebbe stato a piedi.

Ai carabinieri e all'allora procuratore Luigi Patronaggio che lo interrogò disse che l'omicidio era da inquadrare in vecchie ruggini in ambienti di mafia ma il racconto non ha mai convinto gli inquirenti secondo cui il delitto sarebbe stato provocato "dalla percezione di un atteggiamento minaccioso nei suoi confronti". 

Non del tutto messo a fuoco neppure il movente della sparatoria ai danni dei genitori. Una perizia psichiatrica potrebbe adesso mettere un importante punto fermo nella vicenda. 

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