Uccise il cognato violento che picchiava la sorella, giudizio abbreviato per 36enne
Raimondo Burgio ha ammesso di avere fatto fuoco contro Ignazio Scopelliti, 45 anni, dicendo di averlo fatto per paura
Giudizio abbreviato per Raimondo Burgio, 36 anni, di Palma di Montechiaro, fermato dai carabinieri il primo novembre del 2018 con l’accusa di avere ucciso, poco prima, il cognato Ignazio Scopelliti, 45 anni. I suoi difensori, gli avvocati Francesco Scopelliti e Giovanni Lo Monaco, hanno chiesto al gup Francesco Provenzano di accedere al rito alternativo, ancora possibile perchè abolito - per i reati punibili con l'ergastolo – solo per reati commessi dopo l'aprile del 2019. Burgio è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione.
L'omicidio sarebbe maturato in un contesto di violenze domestiche: Scopelliti, secondo quanto è stato ricostruito, avrebbe picchiato ripetutamente la moglie, sorella di Burgio. “Temevo fosse armato e potesse uccidermi o fare del male a mia madre - aveva detto al giudice -, un amico mi aveva rivelato che diceva di avere sempre un coltello con sé e che lo avrebbe usato per uccidere mia sorella.
Lo avevamo denunciato tante volte, era diventato un incubo. Quella mattina – aveva aggiunto – sono andato a comprare la frutta e al rientro ho visto mio cognato Ignazio, davanti alla porta, per strada, che parlava con mia madre. Ho avuto paura e gli ho detto di andarsene. Lui si è avvicinato, mi ha minacciato e io ho fatto fuoco”. L'8 ottobre si torna in aula.