La faida di Palma con due omicidi per un furto di mezzi agricoli, in sei fanno scena muta dal gip
Dopo i tre indagati finiti in carcere, si sono conclusi - con il silenzio di tutti - gli interrogatori di garanzia
Scena muta davanti al gip: dopo i tre indagati finiti in carcere, anche gli altri sei - raggiunti da un provvedimento che applica arresti domiciliari e misure minori - si avvalgono della facoltà di non rispondere. Si sono conclusi questa mattina, in tribunale davanti al gip Stefano Zammuto, gli interrogatori di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla faida che, fra il 2015 e il 2017, a Palma di Montechiaro ha provocato due omicidi.
Ad innescare la violenza sarebbe stato il furto di alcuni attrezzi agricoli. L'operazione, eseguita da squadra mobile e carabinieri, è scattata all'alba di martedì ed è stata coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e del pm Alessandra Russo la cui ricostruzione è stata, in gran parte, avallata dal gip. Teatro della vicenda è Palma dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati.
Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar dove aveva preso un appuntamento con una persona per vendere un camion che, in realtà, si rivelò un tranello. Ad ucciderlo, secondo la Procura, sarebbero stati Angelo Castronovo, 63 anni e Salvatore Azzarello, 37 anni. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Salvatore Azzarello: Giuseppe Rallo, 27 anni; Ignazio Rallo, 39 anni; Roberto Onolfo, 27 anni e Angelo Castronovo, 63 anni. Il commando sarebbe entrato in azione con un fuoristrada, in una zona di campagna dove la vittima designata era andata a lavorare la terra. Il gip ritiene, invece, che i gravi indizi sussistano solo a carico di Ignazio Rallo e Roberto Onolfo, finiti in carcere insieme a Castronovo (accusato di entrambi gli omicidi, ma il gip ha ritenuto carente il quadro indiziario per entrambi gli episodi): altre sei misure sono state decise per vicende minori connesse all'inchiesta.
Per Castronovo, infatti, è stata disposta la custodia in carcere per un giro di armi. Nei confronti di Pino Azzarello, 39 anni, sono stati decisi gli arresti domiciliari per quattro ipotesi di detenzione illegale di armi. Arresti domiciliari pure per Carmelo Pace, 58 anni, accusato di avere occultato l’arma che ha ucciso Rallo. Obbligo di dimora per Giuseppe Azzarello, 22 anni, al quale si contestano tre ipotesi di detenzione illegale di arma. Obbligo di dimora per Giacomo Alotto, 61 anni, presunto intermediario della vendita di una pistola. Obbligo di dimora per altri due indagati. Sono Gaetano Gioacchino Burgio 48 anni e Giuseppe Giganti, 43 anni, coinvolti anche loro in un giro di armi.
L'unico a rispondere, giovedì mattina, è stato Roberto Onolfo, che - difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo, Chiara Proietto e Maria Licata - na negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.