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Cronaca Palma di Montechiaro

Faida con due omicidi per un trattore, al via processo in Corte di assise

Undici gli imputati coinvolti anche in un presunto traffico di armi: superati i problemi di composizione del collegio è stato aperto il dibattimento

L'inchiesta per la faida di Palma, con due omicidi messi a segno come conseguenza di una scia di sangue innescata per il furto di alcuni attrezzi agricoli, approda in aula per il dibattimento.

Superati i problemi di composizione del collegio, con la sostituzione del presidente Alfonso Malato con Wilma Angela Mazzara, è stato aperto il dibattimento con l'ammissione dei mezzi di prova di Procura e difesa. Il 24 febbraio sarà sentito il primo teste, ovvero il tenente dei carabinieri Carmelo Caccetta. Il giudice per l'udienza preliminare Micaela Raimondo, nei mesi scorsi, ha disposto il rinvio a giudizio di undici dei dodici imputati imputati iniziali.

Si tratta di: Ignazio Rallo, 40 anni; Roberto Onolfo, 29 anni; Giuseppe Rallo, 28 anni; Angelo Castronovo, 64 anni; Pino Azzarello, 40 anni; Giuseppe Azzarello, 23 anni; Carmelo Pace, 49 anni; Noemi Maria Concetta Oteri, 22 anni; Giacomo Alotto, 62 anni; Gaetano Gioacchino Burgio, 50 anni e Giuseppe Giganti, 44 anni. 

L'inchiesta, conclusa dal pubblico ministero Gloria Andreoli, tuttavia, ha tagliato fuori alcune accuse che non avevano retto sul piano indiziario al vaglio di gip e tribunale del riesame. Onolfo e Ignazio Rallo sono accusati di avere vendicato l'omicidio di Enrico Rallo - fratello di quest'ultimo - uccidendo il trentasettenne Salvatore Azzarello. L'inchiesta avrebbe fatto luce su una vera e propria faida. Ad innescare la violenza sarebbe stato il furto di un trattore. Teatro della vicenda è Palma dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati.

Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar perchè sospettato di avere avuto un ruolo nel furto del mezzo agricolo. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Azzarello: Giuseppe Rallo, Ignazio Rallo, Onolfo e Castronovo. Il commando sarebbe entrato in azione con un fuoristrada, in una zona di campagna dove la vittima designata era andata a lavorare la terra. Il gip ritenne che i gravi indizi sussistessero solo a carico di Ignazio Rallo e Roberto Onolfo. La Procura, di conseguenza, ha chiesto solo il loro rinvio a giudizio.

Gli altri imputati sono finiti a processo per accuse connesse di armi, furto e favoreggiamento. L'omicidio di Enrico Rallo, ad esempio, non sarà oggetto del processo. Ad ucciderlo, secondo la versione iniziale della Procura poi archiviata, sarebbero stati Angelo Castronovo, 63 anni e lo stesso Azzarello, ritenuto unico autore dell'omicidio verso il quale non si procede essendo deceduto. 

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