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Cronaca Palma di Montechiaro

Faida con due omicidi per il furto di un mezzo agricolo, in aula gli investigatori

Due carabinieri che hanno preso parte alle indagini raccontano i dettagli dell'inchiesta che ha accertato pure un giro di armi: "Abbiamo trovato il cadavere di Salvatore Azzarello sopra il trattore"

"Abbiamo trovato il corpo di Salvatore Azzarello disteso sul trattore, era stato ucciso con diversi colpi di pistola in aperta campagna mentre guidava il mezzo". Continua la sfilata di testi in aula al processo, davanti alla Corte di assise di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, per la faida di Palma che avrebbe cercato di fare luce su due omicidi messi a segno come conseguenza di una scia di sangue innescata per il furto di alcuni attrezzi agricoli.

Undici gli imputati. Si tratta di: Ignazio Rallo, 40 anni; Roberto Onolfo, 29 anni; Giuseppe Rallo, 28 anni; Angelo Castronovo, 64 anni; Pino Azzarello, 40 anni; Giuseppe Azzarello, 23 anni; Carmelo Pace, 49 anni; Noemi Maria Concetta Oteri, 22 anni; Giacomo Alotto, 62 anni; Gaetano Gioacchino Burgio, 50 anni e Giuseppe Giganti, 44 anni. 

L'inchiesta, conclusa dal pubblico ministero Gloria Andreoli, tuttavia, ha tagliato fuori alcune accuse che non avevano retto sul piano indiziario al vaglio di gip e tribunale del riesame. Onolfo e Ignazio Rallo sono accusati di avere vendicato l'omicidio di Enrico Rallo - fratello di quest'ultimo - uccidendo il trentasettenne Salvatore Azzarello.

L'inchiesta avrebbe fatto luce su una vera e propria faida. Ad innescare la violenza sarebbe stato il furto di un trattore. Teatro della vicenda è Palma dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati.

Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar perchè sospettato di avere avuto un ruolo nel furto del mezzo agricolo. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Azzarello: Giuseppe Rallo, Ignazio Rallo, Onolfo e Castronovo.

Il commando sarebbe entrato in azione con un fuoristrada, in una zona di campagna dove la vittima designata era andata a lavorare la terra. I carabinieri in aula hanno riferito le primissime battute dell'indagine.

Il gip ritenne che i gravi indizi sussistessero solo a carico di Ignazio Rallo e Roberto Onolfo. La Procura, di conseguenza, ha chiesto solo il loro rinvio a giudizio.

Gli altri imputati sono finiti a processo per accuse connesse di armi, furto e favoreggiamento. L'omicidio di Enrico Rallo, ad esempio, non è oggetto del processo. 

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