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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

La faida con due omicidi per un furto di mezzi agricoli, l'inchiesta approda al riesame

La difesa impugna l'ordinanza che ha fatto scattare nove misure cautelare di cui tre in carcere: un solo indagato, in occasione degli interrogatori, aveva risposto alle domande del giudice

Con il ricorso dei difensori, approda al riesame l'inchiesta sulla faida che, fra il 2015 e il 2017, a Palma di Montechiaro, ha provocato due omicidi. Gli avvocati Giovanni Castronovo, Chiara Proietto, Santo Lucia, Giuseppe Vinciguerra e Maria Licata, hanno impugnato le nove misure cautelari disposte dal gip Stefano Zammuto su richiesta del pm Alessandra Russo.

Nei prossimi giorni saranno fissate le udienze al tribunale della libertà di Palermo dove saranno ridiscussi i provvedimenti restrittivi scattati all'alba del 21 luglio ed eseguiti da squadra mobile e carabinieri. Ad innescare la violenza sarebbe stato il furto di alcuni attrezzi agricoli. Teatro della vicenda è Palma dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati.

Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar dove aveva preso un appuntamento con una persona per vendere un camion che, in realtà, si rivelò un tranello. Ad ucciderlo, secondo la Procura, sarebbero stati Angelo Castronovo, 63 anni e Salvatore Azzarello, 37 anni. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Salvatore Azzarello: Giuseppe Rallo, 27 anni; Ignazio Rallo, 39 anni; Roberto Onolfo, 27 anni e Angelo Castronovo, 63 anni. Il gip ritiene, invece, che i gravi indizi sussistano solo a carico di Ignazio Rallo e Roberto Onolfo, finiti in carcere insieme a Castronovo (quest’ultimo accusato di entrambi gli omicidi, ma il gip ha ritenuto carente il quadro indiziario per entrambi gli episodi).

Per Castronovo, infatti, è stata disposta la custodia in carcere per un giro di armi. Nei confronti di Pino Azzarello, 39 anni, sono stati decisi gli arresti domiciliari per quattro ipotesi di detenzione illegale di armi. Arresti domiciliari pure per Carmelo Pace, 58 anni, accusato di avere occultato l’arma che ha ucciso Rallo. Obbligo di dimora per Giuseppe Azzarello, 22 anni; Giacomo Alotto, 61 anni; Gaetano Gioacchino Burgio, 48 anni e Giuseppe Giganti, 43 anni, coinvolti anche loro in un giro di armi. 

Il solo Ignazio Rallo, fratello della prima vittima, durante l'interrogatorio di garanzia, ha deciso di rispondere alle domande del gip negando le contestazioni. Gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. 

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