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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

Due morti ammazzati per un trattore, Patronaggio: "Adesso basta omertà, sarebbe bastata una denuncia"

Monito del procuratore dopo gli arresti di questa notte, eseguiti da polizia e carabinieri che hanno interrotto una faida fra due gruppi familiari

"Un trattore è costato due morti, un duplice omicidio per un furto ma sarebbe stato normale e meglio per tutti presentare una denuncia. Oggi non ci sarebbero famiglie distrutte da lutti e lunghi periodi di detenzione in carcere in arrivo. Basta con l'omertà, bisogna fidarsi dello Stato". E' il monito del procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell'operazione che ha fatto scattare nove misure cautelari per due omicidi e un traffico di armi. L'ordinanza cautelare, eseguita da polizia e carabinieri, è stata firmata dal gip Stefano Zammuto.

La faida fra famiglie di Palma, Patronaggio: "Si piangono i morti, ma si nega perfino l'evidenza"

Teatro della vicenda è Palma di Montechiaro dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati. Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar dove aveva preso un appuntamento con una persona per vendere un camion che, in realtà, si rivelò un tranello: ad attenderlo c'erano, infatti, i suoi killer che dovevano vendicare un furto di alcuni mezzi agricoli subito da un amico per il quale era sospettato insieme al fratello. Ad ucciderlo sarebbero stati Angelo Castronovo, 63 anni e Salvatore Azzarello, 37 anni.

Fatta luce sugli omicidi Rallo e Azzarello, la ricostruzione dei delitti

Il cugino sa tutto, raccoglie le confidenze del ferito che accompagna in ospedale, dove morirà il primo dicembre, ma agli investigatori non dice nulla: per questo nei suoi confronti è scattata l'imputazione di favoreggiamento.

"I familiari - ha aggiunto il pm Alessandra Russo in occasione della conferenza stampa alla quale hanno partecipato pure il comandante provinciale dei carabinieri Giovanni Pellegrino e il dirigente della squadra mobile Giovanni Minardi - hanno preferito mentire e coltivare la vendetta che arriverà due anni più tardi".

La faida fra due famiglie e gli omicidi Rallo e Azzarello, scatta il blitz: 9 misure cautelari

Qui la ricostruzione di Procura e gip non è del tutto conforme. Secondo i pm, la morte di Rallo sarebbe stata vendicata da alcuni parenti e amici che decisero di uccidere Salvatore Azzarello: lo stesso Giuseppe Rallo, 27 anni; Ignazio Rallo, 39 anni; Roberto Onolfo, 27 anni e Angelo Castronovo, 63 anni. Il commando sarebbe entrato in azione con un fuoristrada, in una zona di campagna dove la vittima designata era andata a lavorare la terra. Almeno sei i colpi di arma da fuoco andati a segno con due o tre armi. La vittima designata è morta sul colpo. 

Il gip ritiene, invece, che i gravi indizi sussistano solo a carico di Ignazio Rallo e Roberto Onolfo, finiti in carcere insieme a Castronovo: altre sei misure sono state decise per vicende minori connesse all'inchiesta. Anche per Castronovo, però, sono stati esclusi gli indizi in relazione all'accusa dell'omicidio di Rallo (il cui unico autore viene ritenuto Azzarello) ma è stata disposta la custodia in carcere per un giro di armi.

"Le testimonianze dei familiari sono state fuorvianti - ha commentato Patronaggio -, solo grazie alle intercettazioni abbiamo compreso che i due fatti erano in relazione. Purtroppo siamo in presenza di due famiglie che non sono organiche alla mafia ma agiscono con mentalità paramafiosa".

In tutto sono nove le misure cautelari disposte dal Gip. Nei confronti di Pino Azzarello, 39 anni, sono stati decisi gli arresti domiciliari per quattro ipotesi di detenzione illegale di armi. Arresti domiciliari pure per Carmelo Pace, 58 anni, accusato di avere occultato l’arma che ha ucciso Rallo. Obbligo di dimora per Giuseppe Azzarello, 22 anni, al quale si contestano tre ipotesi di detenzione illegale di arma. Obbligo di dimora per Giacomo Alotto, 61 anni, presunto intermediario della vendita di una pistola. Obbligo di dimora per altri due indagati. Sono Gaetano Gioacchino Burgio 48 anni e Giuseppe Giganti, 43 anni, coinvolti anche loro in un giro di armi. Nessuna misura cautelare per Giuseppe Rallo, accusato di favoreggiamento personale.

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