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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Palma di Montechiaro

Duplice tentato omicidio a Palma di Montechiaro, eseguiti due fermi

I destinatari dei provvedimenti sono Francesco Gueli di 42 anni, cugino del venticinquenne che venne ferito con un colpo di pistola all'addome, e Giuseppe Incardona di 52 anni

E' stato un duplice tentato omicidio quello che si è consumato, martedì sera, fra le vie Salvatore Quasimodo e Sottotenente Palma a Palma di Montechiaro. I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento e quelli del commissariato di Palma di Montechiaro - e lo hanno veramente fatto in tempo record: appena 3 giorni - a fare chiarezza. E stanotte, coordinati dal sostituto procuratore Alessandra Russo, hanno eseguito due fermi. A firmare i fermi di indiziato di delitto è stato sostituto procuratore Simona Faga. Fermi - rende noto la Questura di Agrigento - "per bloccare sul nascere ogni ulteriore, possibile, accadimento delittuoso ed eventuali fughe". 

Si "studia" la traiettoria dei proiettili e migliora il quadro clinico del ferito  

I fermati - accompagnati, dopo le formalità di rito alla casa circondariale di Agrigento - sono: Francesco Gueli di 42 anni (che ha nominato gli avvocati Giovanni Castronovo e Santo Lucia) e Giuseppe Incardona di 52 anni (che ha nominato l'avvocato Giuseppe Vinciguerra). Ad entrambi è stato contestato il tentato omicidio e il porto illegale di armi. Armi che non sarebbero state trovate dagli investigatori. Alla base del duplice tentato omicidio vi sarebbe stata una discussione decisamente animata. I motivi pare che ancora non siano chiari.

L'agguato a Palma di Montechiaro, due persone sottoposte all'esame dello "Stub"

Martedì sera, tra le vie Quasimodo e Pizarro, vi sarebbe stato un inseguimento tra due autovetture. I passeggeri della vettura inseguitrice hanno esploso alcuni colpi di pistola, calibro 7,65, precisamente otto, contro una Fiat Panda. Dopo circa mezz’ora, in via Sottotenente Palma un colpo di pistola, calibro 45, attingeva all’addome Leandro Onolfo. Nel giro di tre giorni gli investigatori sono riusciti a ricostruire il quadro probatorio, seppur in assenza di testimonianze utili alle indagini. Secondo la polizia giudiziaria, "Giuseppe Incardona sarebbe responsabile del primo fatto delittuoso poiché, a seguito di una lite,  avrebbe inseguito con la sua autovettura Francesco Gueli, sparando e colpendo - 4 i proiettili che si sono conficcati nell'utilitaria - contro la Fiat Panda. Gueli, dopo aver occultato la sua vettura danneggiata dagli spari, - prosegue la ricostruzione ufficiale della Questura di Agrigento - si sarebbe armato ed avrebbe raggiunto la via Sottotenente Palma, luogo dove - per ragioni ancora da chiarire - avrebbe esploso il colpo di pistola che ha attinto Leandro Onolfo". Il giovane pare che abbia cercato di disarmare il parente che pare volesse vendicarsi.

Secondo la tesi investigativa - ricostruita dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento e quelli del commissariato di Palma di Montechiaro - Giuseppe Incardona avrebbe esploso almeno 8 colpi di calibro 7,65 contro la Fiat Panda a bordo della quale vi sarebbe stato Francesco Gueli che sarebbe però riuscito a sfuggire all'agguato. Gli otto bossoli sono stati trovati e sequestrati, dalla polizia di Stato, lungo la via Salvatore Quasimodo. 

Auto crivellata di colpi e tentato omicidio nel giro di un'ora

Il giovane ferito - che venne sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all'ospedale "San Giacomo d'Altopasso" di Licata ed è stato poi trasferito a Terapia intensiva dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento - adesso sta meglio e i medici della struttura ospedaliera del capoluogo hanno sciolto la prognosi. 

Dell'attività investigativa si sono occupati gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, coordinati dal commissario capo Giovanni Minardi, e quelli del commissariato di Palma di Montechiaro che è coordinato dal commissario capo Tommaso Amato. 

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