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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Ettari di boschi in fumo, gli agronomi: “Non è più il tempo delle parole, la politica prenda atto del disastro”

Il presidente provinciale dell’Ordine degli Agronomi e dei dottori forestali di Agrigento interviene nuovamente sugli enormi danni provocati al territorio dall’azione dei criminali e chiede una presa di coscienza collettiva

“Il potenziamento dei soccorsi e perfino la sospensione dei congedi del personale preposto allo spegnimento degli incendi sono ben poca cosa innanzi alla mano dell’uomo capace di distruggere ettari di bosco e di terreni destinati al pascolo e, ancor di più, innanzi al business che ruota attorno agli incendi. Per questo è necessario che si intervenga con una politica di tutela del territorio concreta”.

A tornare a intervenire sugli ingenti danni provocati al nostro patrimonio verde è il presidente provinciale dell’ordine degli agronomi e dottori forestali di Agrigento, Maria Giovanna Mangione.

“Il paesaggio è un patrimonio comune - spiega - ed è necessario che si provveda ad inasprire le pene nei confronti dei criminali che causano ferite irreparabili dal punto di vista floristico e faunistico. Questo è necessario non solo perché la distruzione di un bosco è un atto che danneggia l’intera collettività, con effetti che permangono per decenni, ma anche perché dietro gli incendi potrebbero esserci spesso interessi economici illeciti. Ma non basta. È essenziale che la collettività inizi a percepire, come si è già fatto ad esempio con il patrimonio archeologico, che si tratta di una risorsa che può avere ricadute importanti su un territorio e che ha, ancora prima, un valore importante per la salute del nostro ambiente e quindi di tutti noi. Ricordiamo sempre che un albero cresce nel corso dei decenni mentre basta un minuto per distruggere un bosco e con esso si perdono vite, attività economiche, patrimoni genetici, testimonianze del passato compromettendone il futuro”.

Per il presidente Mangione, quindi, la soluzione è un intervento su più livelli: informare i cittadini sugli effettivi danni a medio e lungo termine che un incendio provoca al territorio e ad un settore già in ginocchio come quello agricolo e zootecnico; disporre misure punitive più rigide nei confronti dei piromani e di chi non garantisce le attività di manutenzione e prevenzione (sia privati che enti pubblici); prevedere i dovuti interventi di ripopolamento e rimboschimento senza il ricorso - ove possibile - ad appalti esterni.

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