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Giovedì, 28 Marzo 2024
Giustizia amministrativa

L'ordinanza antimovida regge al Tar: respinto il ricorso dei commercianti

I giudici amministrativi però evidenziano che il ricorso a tempo indeterminato di un provvedimento con i caratteri dell'urgenza "non risulterebbe coerente con la previsione normativa"

L'ordinanza antimovida adottata dal Comune di Agrigento i primi di novembre e valida fino all'aprile del 2023 è legittima e giustificata da motivazioni di ordine pubblico e di tutela dall'inquinamento acustico, ma è anche "proporzionata" e non danneggia economicamente le attività commerciali.

A dirlo è il Tar Sicilia  (ma ci sarà da attendere certamente un ricorso al Cga), che si è pronunciato sul provvedimento del sindaco Franco Micciché per regolamentare le attività notturne nel centro e nella zona balneare firmato ad inizio novembre. A proporre ricorso erano stati i gestori di numerosi locali che si occupano di ristorazione, contestando appunto la decisione e, a monte, la possibilità del primo cittadino di adottare un provvedimento tra l'altro che estenderà i propri effetti fino alla primavera del 2023.

Il Tribunale amministrativo regionale ha però ribadito la correttezza dell'ordinanza quasi su tutta la linea, ritenendo tra l'altro che l'ordinanza non solo poteva essere emessa stante i poteri del sindaco, ma anche considerando "l’ampia motivazione adottata nello stesso provvedimento, che richiama altresì la precedente ordinanza del 21/10/2022 e le relative motivazioni, ivi compreso il richiamo alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza nel corso della quale erano emerse 'le problematiche che si verificano ciclicamente duranti i fine settimana nel centro storico di Agrigento, preso d’assalto soprattutto di giovani che frequentano i locali e stazionano nelle aree adiacenti con pesanti ricadute sul traffico veicolare e sul consumo incontrollato di alcool, nonché in generale sull’igiene ed il decoro delle strade cittadine dove vengono riversati rifiuti di ogni genere".

Una situazione che quindi motivava l'adozione di interventi urgenti per rendere "maggiormente compatibile le attività dei pubblici esercizi di svago con le esigenze di vivibilità urbana e di ottimale fruizione degli spazi pubblici, con la qualità della vita urbana e con le esigenze di igiene e di rispetto della quiete pubblica, quali diritti individuali e di interesse collettivo" preso atto appunto dei “problemi di sicurezza urbana e di ordine pubblico aggravati dall’abuso di sostanze alcoliche degli avventori, registrandosi episodi di violenza, anche gravissimi" che, va detto, c'entrano comunque poco con l'orario di chiusura dei locali notturni.

Quindi secondo il Tar il provvedimento aveva i caratteri di urgenza, come motivato dal Comitato per l'ordine e la sicurezza, e "il potere sindacale risulta adeguatamente motivato ed esercitato sia in relazione all’estensione della medesima ordinanza contingibile ed urgente all’intero territorio comunale, sia in relazione anche al contestato profilo del contenimento dell’inquinamento acustico connesso allo svolgimento di attività musicali".

Le limitazioni sono state ritenute infatti "del tutto proporzionale e adeguante tenuto conto che anticipano di solo un’ora, dalla 3 alle 2, la chiusura degli esercizi, con tolleranza di trenta minuti per le operazioni necessarie e propedeutiche alla chiusura con possibilità di deroghe, con conseguente minor sacrificio possibile dell’interesse dei privati gestori degli esercizi commerciali in relazione agli interessi pubblici perseguiti, garantendo quindi l’ampia apertura per durante le serali".

Il Tar, nel respingere quindi la richiesta di risarcimento del danno contenuta nel ricorso, indica però al Comune una criticità del provvedimento: la durata di sei mesi dell'ordinanza, infatti, è giustificabile solo se nelle more l'Ente si doterà di una nuova regolamentazione del settore, altrimenti, "la reiterazione nel tempo, senza soluzione di continuità, di provvedimenti contingibili e urgenti del medesimo contenuto, non risulterebbe coerente con la previsione normativa".

Rischio che parrebbe scongiurato. "Siamo già al lavoro - anticipa il sindaco Franco Micciché - ad una nuova regolamentazione degli orari di apertura. Resto e resterò sempre aperto al dialogo e al confronto anche con gli imprenditori del settore, ma difendo il provvedimento da me firmato anche in considerazione del fatto che, come riconosciuto dal Tar, questo non fa che applicare regole già esistenti e consente l'apertura fino alle 2.30 di notte alle attività autorizzate".

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